Localita: Umbertide (PG)
L’area e’quella dell’anfiteatro adiacente all’area della Festa dell’Unita’locale. Decisamente alto il numero dei presenti, almeno se confrontato con quelle che erano le mie aspettative e con l’incessante acquazzone che si era abbattuto nella zona nel pomeriggio. Ma ad Umbertide neanche una goccia d’acqua, ed il pericolo che minacciava l’esibizione dal vivo delle tre band si e’dileguato nelle prime ore della serata. Al nostro arrivo veniamo subito colti dalla simpatica esibizione delle prove del suono, rese quasi show dagli approcci ai riff ed alle parole di “Future world” degli Helloween messe in atto dal combo degli Atemno, band che di li’ a poco avrebbe dovuto aprire i giochi. Show che si e’fatto attendere per piu’di mezz’ora e che ha visto gli Atemno (non una persona fra il pubblico si e’lasciata scappare l’opportunita’ di segnalare la somiglianza fra il loro singer e Fabio Lione, tranne me!) sfoderare un power metal semplice e senza troppi punti di rilievo rispetto a quella che e’la scena odierna del settore. Il loro approccio musicale ha fatto perno su un ottimo tappeto ritmico bassistico, una piu’che discreta solistica ed un suono, che a parte eliminare la doppia cassa, mai messa in risalto, non ha affatto deluso. Il combo ha chiuso la propria esibizione mandando in delirio tutti con la cover di Eagle fly free, che con il guasto all’impianto accorso appena prima dell’ultimo ritornello, ha provocato risate esilaranti fra il pubblico, che sentendo sparire di colpo il suono ha eseguito il ritornello in coro al posto del singer. Tocca ora agli Exawatt, band di progster di cui avevo ascoltato un solo brano prima di accorrere al concerto. La gente sembra ancora non volersi muovere dalle gradinate,e solo un gruppetto di spettatori si accinge a seguire la loro esibizione da piu’vicino. Il prog proposto dai nostri vede una band di ottimo bagaglio tecnico, con un lavoro tastieristico eccelso e un altrettanto curato guitar-work. I problemi affiorano se si analizza da piu’vicino la lunghezza delle canzoni e il fatto che pezzi, appunto, hanno parti troppo prolisse e che si perdono in giochetti e dimostrazioni di tecnica che si entusiasmano per la bravura dei singoli, ma inaridiscono cosi’ lo show. Ottime le esecuzioni di “Power of fate” e “Dungeon dance”; i due pezzi forti (e di maggiore resa in sede Live) del pacchetto eseguito dagli Exawatt, il cui show, al suo termine, mi lascia un po’deluso sia per quanto pezzi del genere finiscano per essere inefficaci on stage, che per la presenza di parti fin troppo “theateriane” nelle loro composizioni. Strappano comunque la sufficienza. Tocca quindi alla band piu’attesa della serata, i Domine di Morby ed Enrico Paoli. La gente comincia ad accorrere in maggior numero sotto al palco, e vista l’ora, approssimativamente vicina alla Mezzanotte, c’e’anche chi se ne va perdendosi il gruppo principale, dato che le gradinate allo start della loro esibizione erano ben piu’sguarnite rispetto all’inizio del concerto precedente (Exawatt). Vicini al pubblico come sempre, i cinque power metallers attaccano subito decisi con “Thunderstorm”, indubbiamente uno dei loro cavalli di battaglia, proposto pero’lievemente sottotono causa il suono non impeccabile rispetto alle precedenti due loro esibizioni a cui avevo assistito (Gods of metal 2000 e Siddharta – Prato sempre nel solito anno). Tutta via il pezzo trascina ed il concerto scorre gradevolmente tra il consueto “pogo” e l’headbanging di alcuni degli spettatori. Si passa per “Blood brothers fight” e per altri pezzi di Dragonlord, fino alla presentazione di un nuovo pezzo, diretto e di facile presa Live, sperando in una buona futura produzione sul disco che deve ancora venire alla luce. La (prima) chiusura del concerto e’affidata a “Dragonlord”, nella quale i cori del pubblico hanno una nota di giusto rilievo e finiscono per essere acclamati anche dallo stesso Morby (ottima come al solito la sua prova vocale, ma imperniata su vocalizzi lievemente piu’aggressivi che in passato), ed al bis, dopo una primaria scomparsa dal palco della band, per il quale il pubblico chiede (stupidamente?!) “Thunderstorm”, gia’eseguita al principiare dello show, per poi vedere Morby dire quasi con tono sommesso: “Ok , Defender”. La song accennata (Defender) viene svolta impeccabilmente al termine di un concerto piu’che buono e quasi privo di note negative. Aspettandoli nuovamente per l’autunno…………
Dark Mayhem