Tengo d’occhio questa band da un bel po’ di tempo, per la precisione dal 2001, quando li incontrai per caso su www.mp3.com dove presentavano cinque pezzi di ottima fattura. Queste canzoni erano Mermaids, Kill The Sun, She’s Nirvana, Casablanca e So You Disappear. Mi avevano particolarmente colpito per una certa originalità, una musica sapientemente dolce e raffinata, forse una buona continuazione delle idee di Aegis dei Theatre Of Tragedy… atmosfere soffuse, una cantante (Isis/Lisa) dalla voce delicata e qualche tocco di classe. Ora ecco che esce finalmente l’album di debutto… purtroppo però noto che le tracce risalenti a un paio di anni fa sono state riregistrate, e secondo me hanno perso una certa magia. Kill The Sun ha perso qualcosa, ha perso una certa pienezza del suono, in particolare della batteria, che non colpisce più come prima… mentre Mermaids, invece, a livello vocale è meno incisiva. Vi consiglio quindi di trovare le versioni demo delle canzoni. Chiusa questa parentesi, vediamo questo cd. Gli Xandria, come ho detto sopra presentano un leggero metal rockeggiante e filante (quello nello stile dei vari Flowing Tears, Lacuna Coil, ecc.), molto flessuoso e raffinato, dove la pesantezza delle chitarre si sposa con atmosfere ariose e impalpabili e con linee vocali dolci e semplici. Un sapore che ricorda momenti assolati, lontano da un certo livore dei dischi appartenenti a questo genere, caldo e avvolgente insomma, una coperta che copre senza lasciare buchi in una fresca serata estiva … seppur nella cullante malinconia delle canzoni, lontani da una certa aggressività, lontani da quella sorta di pessimismo cosmico che avvolge molte band del genere. Un tocco quasi naturistico direi, immaginate di vedere una band che suona su un palco allestito in un deserto, con le stelle a fare da cornice su un cielo blu. E così incontriamo le melodie calde e facilmente assimilabili di Kill The Sun e Mermaids. Lisa è una cantante delicata, lontana dagli acuti sparatissimi fatti per impressionare, ella è invece calma e morbida, con il suo stile personale e poco incisivo, etereo e sopra le righe. Archi e pianoforte supportano i classici strumenti – chitarre e batteria – ma senza essere troppo invasivi, senza cercare di stupire forzatamente. Segue l’incedere romantico di Ginger, la ritmica più marcata di She’s Nirvana (dove Lisa modula sapientemente la voce), la cadenza lenta di Forever Yours con un ipnotico ritornello dolce e riflessivo. Il disco tuttavia non è così leggero come potrebbe sembrare, offre i suoi spunti di pesantezza: Wisdom e in particolare Isis/Osiris picchiano con chitarre e batteria e una gran dose di ritmo. Un album particolare, quindi, costituito da canzoni tutte quante ottime dotate di una propria originalità e di uno strano fascino. Non trovo difetti nel cd, sinceramente.