Una band dapprima sfortunata e poi baciata dalla fortuna. Il loro ‘Mother Earth’ – capolavoro assoluto del gothic metal – a tempo debito passò assurdamente inosservato. Era addirittura introvabile, così anche chi si fosse accorto della sua esistenza, non riuscì a reperirlo. C’è voluto l’ intervento del colosso Gun Records/BMG a dare il giusto risalto ad una formazione eccezionale, che ora a diritto cavalca gli onori di cronaca.
Intervista a cura di: Paola “Mystika” Di Marco
Dopo dieci anni di attività, la tentazione olandese ha finalmente ottenuto quel che merita. La gloria: disco d’oro in patria (con la ristampa di ‘Mother Earth’ prima, e di nuovo ora, con ‘The Silent Force’), fun club e riconoscimenti commossi da parte di fan di tutto il mondo, fitta attività concertistica. I Within Temptation oggi possono campare – anche benino – di musica, e chi sa qualcosa del music business sa quant’è difficile raggiungere un tale traguardo. Il bello è che fino a poco tempo fa – un anno o due – nessuno l’avrebbe detto. “I Within Temptation sono un hobby per noi, nient’altro. Lo portiamo avanti con passione, ma al contempo dobbiamo riuscire a gestire anche i nostri lavori paralleli, se vogliamo mangiare…”. Questo erano i Within Temptation fino a Mother Earth, stampa originale. Sì, perché – forse qualcuno lo ignora – quel capolavoro rispondente al nome ‘Mother Earth’ risale al 2000. Edito allora dalla DSFA, etichetta fallita all’indomani dell’uscita del disco, l’album non fu distribuito in tutt’Europa, così che in molti furono – loro malgrado – portati ad ignorarne l’esistenza. Due anni dopo la Gun Records – supportata nella distribuzione dalla titanica BMG – ha pensato bene di ristampare il disco in nuova veste (un lussuoso digipack), maggiorata per l’occasione dall’inserimento di quattro bonus track. L’operazione – neanche a dirlo – ha portato la band alla consacrazione commerciale. In Europa il disco ha sfondato: ricordo due estati fa che in Germania nei negozi di musica (non metal!) i singoli dei Within Temptation troneggiavano in bella vista sugli scaffali dei bestseller da classifica. Finalmente, c’è da dire: era ora. Ma dopo il successo forse inatteso le aspettative nei confronti di un nuovo album si sono moltiplicate esponenzialmente. Bisognava almeno bissare – o addirittura superare – i livelli di eccellenza di ‘Mother Earth’. Ebbene, dopo un mese di ascolto approfondito di ‘The Silent Force’, la risposta è: no, i Within Temptation non sono riusciti nel tentativo. Il nuovo album se paragonato al predecessore sfigura penosamente. Può vantare canzoni stupende (‘Memoires’, ‘Angels’, ‘It’s The Fear’), ma possiede anche molteplici episodi-riempitivi. Talmente facili ed orecchiabili da stufare già al primo ascolto. I più maligni parlano di emulazione degli Evanescence. Questo è sparlare, visto che i Within Temptation hanno già dimostrato ben cinque anni or sono una classe nemmeno lontanamente paragonabile a quella degli americani. Però la voglia di sfondare con un bel singolone c’è, e risponde al nome di ‘Stand My Ground’. Bando alle ciance comunque, sentiamo cos’ha da dirci Robert Westerholt, chitarrista fondatore, maggiore compositore, nonché affettuoso fidanzato della bella cantante, Sharon Den Adel.
Allora Robert, quando avete iniziato a lavorare sul nuovo album? Sono passati 5 anni dall’uscita effettiva del vostro album precedente, ‘Mother Earth’…
“Dopo la ristampa di ‘Mother Earth’ abbiamo finalmente avuto modo di suonare come si deve. Da allora praticamente non abbiamo mai smesso di suonare in giro. Una volta finito questo tour ininterrotto abbiamo avuto bisogno di staccare la spina per un po’. È per questo che ci abbiamo messo un po’ per tornare in carreggiata. Il lavoro per ‘The Silent Force’ è iniziato un anno e mezzo fa, nel settembre del 2003. Siamo entrati in studio di registrazione a luglio del 2004 e abbiamo finito ad ottobre.”
Come ci si sente allora ad aver finalmente dato alla stampe il nuovo album?
“Per un musicista questo è sempre il momento più bello ed eccitante: è sempre una sfida. Lavori tanto, vedi il tuo lavoro prendere forma e vita e poi aspetti con trepidazione il responso della gente. Il puntiglio è sempre quello di fare meglio rispetto all’album precedente. Quando poi senti che alla gente piace quello che hai realizzato, la soddisfazione è enorme: è come se tutti i tuoi sforzi vengano in qualche modo ricompensati.“
Ma sai qualcosa a proposito di come la stampa e il pubblico stanno accogliendo ‘The Silent Force’?
“Per ora posso dirmi estremamente soddisfatto: ho sentito solo responsi positivi dai giornalisti con cui ho parlato per le varie interviste. ‘The Silent Force’ è già diventato disco d’oro da noi in Olanda, in Belgio e in Germania! Comunque, per quanto questo sia importante, per noi resta un aspetto secondario. La cosa fondamentale è che l’album soddisfi in tutto e per tutto noi della band. Il parere del pubblico e della stampa viene dopo.”
E voi siete soddisfatti al 100% di come è venuto fuori il disco?
“Sì, assolutamente. Certo, se a distanza di mesi ti soffermi ad analizzare ogni particolare, è inevitabile che ti trovi a dire ‘questo potevamo farlo un po’ meglio, quest’altro anche’, ma vedi, tutto quello che uno fa è comunque relativo al momento particolare in cui lo fa. Ogni cosa ha la sua vita nel momento in cui nasce: se la guardi dopo, in un altro momento, ti sembrerà sempre ulteriormente perfezionabile.”
Stavolta comunque avete avuto dalla vostra un budget di tutt’altra mole, rispetto a quello di cui beneficiaste ai tempi di ‘Mother Earth’. Credo che l’aver firmato per Gun Records/BMG vi abbia offerto possibilità completamente nuove rispetto al passato.
“Certo, questo è vero. E ti dirò di più: abbiamo speso molto di più di quello che ci permetteva il budget concessoci! Non abbiamo voluto lasciare niente al caso, nulla di imperfetto che non ci convincesse appieno. Consideriamo questa spesa ulteriore come un investimento e siamo sicuri che la nostra scelta verrà ripagata. Abbiamo voluto solo il meglio per questo disco: la migliore orchestra che abbiamo trovato e i migliori musicisti. Solo così potevamo essere certi che ne sarebbe uscito il miglior prodotto possibile. Pensa che ogni singolo strumento è stato registrato in uno studio diverso. Abbiamo girato mezza Europa! Olanda e Belgio per chitarre e voce, Russia per l’orchestra e Svezia per il mixaggio.”
Ma l’enorme successo che avete ricevuto negli ultimi tempi vi ha creato problemi di pressione da parte della vostra label? C’erano grosse aspettative nei confronti del vostro ritorno…
“No, da questo punto di vista non abbiamo ricevuto pressioni di alcun tipo. La pressione che eventualmente ci siamo sentiti addosso era solo nostra, come ti dicevo prima. Siamo noi che vogliamo andare sempre avanti e fare meglio di prima. Questa è la tipica pressione che si sente addosso l’artista. Io ho sempre paura di non riuscire più a scrivere canzoni belle come quelle che ho composto anni fa. Ho sempre paura di perdere l’ispirazione e non ritrovarla. La Gun Records non ci ha creato problemi e poi non è una casa discografica enorme. In fondo la Gun è una piccola etichetta, è la BMG ad essere un colosso.”
Senti, come mai avete scelto ‘Stand My Ground’ come singolo apripista dell’album? È indubbiamente una canzone molto commerciale…
“Guarda, non c’era nulla di calcolato nella scelta. Fino all’ultimo momento siamo stati indecisi su quale pezzo scegliere per il singolo. L’album è così vario, e poi per un musicista è sempre estremamente difficile operare una cernita tra le sue creazioni. È come chiedere ad un padre quale figlio preferisca! Comunque abbiamo già scelto le canzoni per i prossimi due singoli: la prima sarà ‘Memories’ e poi sarà la volta di ‘Angels’, per cui stiamo già girando un video.”
Ma come ci si sente ad avere tutto questo successo restando in ambito metal? Voglio dire, non è da tutti riuscire a sfondare commercialmente in questo ‘mondo’…
“Mah, secondo me dipende dal fatto che siamo in Europa. Pensa all’America: lì anche se sei una band metal non hai problemi a passare in radio ed in TV. Qui devi fare molta più fatica. E poi, se ripenso ai nostri inizi non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto, al punto da poter vivere della mia musica.”
Cosa mi dici del titolo dell’album? Si tratta di un concept?
“A dire il vero no, o almeno non proprio. Non è volutamente un concept, ma è vero anche che tutti i testi sono in qualche modo collegati tra loro da un filo comune. La forza di cui si parla nel titolo è quell’energia nascosta che agisce in ognuno di noi spingendoci ad operare delle scelte, ad agire in un determinato modo, a fare o non fare. Si tratta comunque di testi molto riflessivi e profondi.”
‘Mother Earth’ suonava molto fiabesco, era un disco magico. Come descriveresti ‘The Silent Force’?
“Penso a ‘The Silent Force’ come ad un viaggio avventuroso. Le sue atmosfere lo fanno sembrare un film. Adoro le parti celtiche, mi fanno sentire in un’altra dimensione. Poi va da sé che ognuno ha la sua personale reazione di fronte alla musica. La musica in sé è qualcosa di magico: mentre la senti in te può scattare qualcosa come può non succedere nulla. Prendi ad esempio ‘Aquarius’: è una canzone che sta ricevendo pareri completamente opposti! C’è chi la adora e chi dice che è il punto debole dell’album.”
Per chiudere in bellezza una domanda personale: sappiamo tutti che tu e Sharon siete fidanzati. Sarei curiosa di sapere se lei ti ha mai dedicato una canzone, o viceversa…
“Oh… Bè, sai, scriviamo tutti i testi e le canzoni insieme, io e lei. Quindi è come se fossero tutte canzoni d’amore, in un certo senso, perché comunque la musica è sempre espressione dei nostri sentimenti.”
Sharon indossa sempre vistosi abiti da sposa sul palco… A quando le nozze?
“Ahahah… (si sbellica dalle risate, Nda) Bè, almeno ora non ci sono nozze in programma. Ho sempre creduto di non essere tipo da matrimonio, ma chissà? Dobbiamo ancora parlarne bene insieme. Mai dire mai! Grazie della domanda comunque, è bello che qualcuno ogni tanto si accorga che dietro ad un gruppo musicale ci sono persone e sentimenti umani.”