White Skull – Intervista alla band

“The XIII skull” è l’ultimo passo discografico dei White skull: cambi di line-up e di etichetta non sono bastati a ridimensionare qualitativamente questo gruppo, che pur mantenendosi su livelli non proprio eccelsi, insiste nel mettere in commercio album di buona fattura. C’è chi come me rimpiange Federica De Boni, ma non possiamo proprio lamentarci…

Intervista a cura di: Marco “Dark Mayhem” Belardi

Inevitabile una partenza con “The XIII skull”. Secondo disco con Gus alla voce, secondo disco su Frontiers. Commenti a caldo?
La speranza che il disco venda bene è la cosa che più spero… Commenti veri e propri non ce ne sono, siamo tutti soddisfatti di come stanno andando le cose, le prime recensioni appaiono positive, Gus è sempre meglio accettato dal pubblico e la cosa mi fa piacere…
Ritengo che i due momenti fondamentali della carriera, per i White Skull siano stati due, partiamo dal primo: il vostro passaggio da Underground symphony a Nuclear Blast. Per una band italiana di derivazione classica, nel 1999 era un vantaggio incidere su Nuclear Blast? I Dismember se ne sono andati proprio perchè, non essendo ritenuto da NB il genere da loro proposto, gli veniva data scarsa attenzione e dunque scarsa promozione… Ma ciò è avvenuto in tempi più recenti…
La Nuclear Blast è una grande etichetta, però non trovo giusto che un’ etichetta a volte non spinga come dovrebbe alcune sue Band. Anche a noi la promozione fu fatta male per ben due volte, togliendo visibilità alla Band, loro hanno i mezzi per spingere, ma li usano solo in alcuni casi… A volte troppe promesse poi non mantenute, questo è una nota negativa delle etichette.
Secondo momento fondamentale: Federica lascia il gruppo e la band passa su Frontiers, la più grossa etichetta Hard Rock / Metal italiana. Avete avuto grossi ostacoli con questi due cambiamenti?
No. Il cambio su Frontiers non è stato dettato dal fatto che Federica abbia lasciato la Band (infatti non intendevo questo! n.d. Marco “Dark Mayhem” Belardi), Udo (Breaker Rcds) ci mandò a registrare il disco con Gus, ma poi per motivi suoi non aveva soldi per pagare il master. Ci invitò ad anticiparli noi o di far attendere lo studio, ma la cosa non era possibile, ci sarebbero voluti mesi per recuperare, così ci disse di sentirci liberi di trovare un’ altra etichetta… Le offerte furono diverse, e noi scegliemmo Frontiers.
Vi siete formati quando il Metal era in piena crisi, in particolare per quel che riguarda la scena italiana. Cosa è cambiato in questi dieci anni, in Italia? La situazione delle nostre etichette discografiche Metal, Frontiers a parte, vi sembra buona?
Quando portavamo in giro i primi demo alle etichete italiane di allora, c’ era crisi, ma per il Power Metal, tutti ci dicevano che eravamo troppo 80’s, che se volevamo incidere qualcosa dovevamo cambiare il sound e spostarci sul Death… Ma per piacere… Ognuno suona ciò che gli piace suonare… Rinunciammo a questo tipo di offerte… La situazione ora è cambiata, anche se attualmente c’è un po’ di crisi, secondo me dovuta a una serie di fattori e inversione dei ruoli… ovvero, ci son troppe etichette, le Band sono aumentate, il mercato si è leggermente saturato, è cambiata la moneta, l’Euro ci sta distruggendo, in più ognuno scarica tonnellate di materiale da Internet… Comunque penso che alla fine dei fatti si sta meglio ora… anche se il top lo abbiam raggiunto qualche anno fa… ora è tempo di ridimensionamento, diciamo che tutti hanno i remi in barca con il mare in tempesta, aspettano che passa cercando di non affondare.
L’ argomento che divide maggiormente chi vi ascolta, ultimamente è quello del cantante: c’è chi è rimasto molto affezionato a Federica, che forse vi rendeva più particolari… Gus magari ha uno stile un po’ più canonico e comune ad un più alto numero di frontman del settore. Che ne pensate?
Sì può essere, anzi magari è proprio così… però la vita cambia e cambiano le persone e Federica decise di abbandonare, aver trovato un’ altra donna avrebbe mantenuto la Band “particolare” ma i paragoni non sarebbero mai finiti. Ora la cosa è diversa, o ti piace o no, se non ti piace semplicemente non compri e non vieni ai concerti… Quando qualcuno mi dice, ‘sai non vengo più perchè ora canta Gus’, rispondo ok, io non obbligo nessuno… C’è invece chi ha capito il valore della band e tutt’ ora continua a seguirci apprezzando la voce di Gus.
Parliamo dei vostri side project, a che punto siamo?
Side project? Nessuno di noi ha dei side project al momento, io ho fatto un demo con Jackhammer, ma son là fermi congelati… Io ed Alex suonaimo in una Band tributo ad Ozzy, ma questo non lo considero un side project (ed a queste due cose mi riferivo, in particolare ai Jackhammer n.d. Marco “Dark Mayhem” Belardi)
La sostituzione di Nick Savio con Danilo è stata del tutto messa alle spalle? Ricordo i vostri comunicati dell’ “epoca” e immaginavo potesse comportare qualche problema… Vi siete integrati subito bene col nuovo chitarrista, nonostante non mancasse molto alle registrazioni di “The XIII skull”?
Danilo è un grande chitarrista, molto professionale e sopratutto una bravissima persona… sì è integrato da subito e con lui ho scritto tutto il XIII Skull. Quando qualcuno lascia la Band la cosa fa sempre un po’ paura, non sai chi prenderà il suo posto anche se alla fine lo scegliamo noi, è sempre una piccola incognita.
L’intervista è al termine: avete qualche parola per i lettori di MetalManiacs?
Certo, ci si vede on the road!

Marco “Dark Mayhem” Belardi