Solite tematiche splatter, soliti suoni grezzi, solito vocione cavernoso, solite formule compositive usate da mille altri gruppi Brutal. Non sto certo sostenendo che il futuro del Death Metal stia nella contaminazione o nel rinnovamento forzato, ma quando un disco come “Garden Of Mutilation” riesce a cagionare solamente sbadigli a iosa, allora si finisce anche per desiderare una certa individualità stilistica. Va bene ispirarsi ad altri gruppi insomma, va bene incorporare tutti quei luoghi comuni che hanno fatto grande la musica estrema: l’importante è farlo con una certa classe, impegnandosi a creare canzoni di una qualità veramente superiore. Proprio ciò che i Visceral Damage, a differenza di bands come Disgorge, Prostitute Disfigurement o Brodequin hanno dimostrato di non saper fare. Sicuramente una tecnica strumentale appena sufficiente ed una suono amatoriale hanno le loro responsabilità nei confronti della bassa qualità di “Garden Of Mutilation”, ma quello che lascia più l’amaro in bocca sono proprio le composizioni di questi cinque spagnoli: piatte, sconclusionate, carenti di qualsivoglia spunto davvero interessante. Il presente lavoro, nella sua eccessiva monoliticità, appare del tutto privo di tutte quelle dinamiche di cui un disco Brutal dovrebbe essere ampiamente infarcito, e ciò va a discapito di un prodotto che suona più come un continuo baccano senza soluzione di continuità che come una raccolta di pezzi composti e strutturati con una certa cognizione di causa. La solita roba, in buona sostanza, ma fatta decisamente male: una noia mortale…