Virgin steele – Book of burning / Hymns to victory

Questa doppia release discografica ha due significati, se ne interpretiamo i contenuti ed il formato. Il primo, celebra la grandissima carriera di una delle più importanti bands che il mondo del metal abbia mai partorito in ambito classico, da’la possibilità a molte persone di avvicinarsi al loro sound conoscendone gli episodi migliori, ed offre una nuova parte dell’interminabile repertorio del combo di David Defeis; il secondo, invece, rende esplicito come anch’essi, dopo aver venduto al popolo un doppio cd dalla lunghissima durata come “House of Atreus part. II” al prezzo di un normalissimo full lenght, siano caduti nel forte vortice attrattivo che offre il music business. Si, proprio così, poichè vendere due dischi separati, di cui uno è una semplice raccolta di classici remasterizzati, al prezzo di due full price (l’acquisto verrà a costare circa 35-38 Euro, per chi ha voglia di accaparrarseli entrambi), è un vero e proprio furto. Sorvolando su questo, i contenuti dei due lavori, sono eccelsi. “Book of burning”, come già Defeis ci aveva spiegato nell’intervista recentemente pubblicata, contiene un mix fra nuovi pezzi (fra i quali spicca la diretta “Conjuration of the watcher”, scritta nella recording session di “House of Atreus part. I”), riedizioni di vecchie produzioni come la maestosa “Children of the storm”, al quale songwriting, all’epoca, partecipò il controverso axe-man Jack Starr, e song mai pubblicate, come “Hot and wild”, che addirittura risale al periodo del rockeggiante “Noble savage”. Il lavoro, in definitiva, offre in maniera più decisa il sapore old-style dei vecchi Virgin steele, mettendo un attimo da parte quelli più powereggianti (che hanno reso celebri lavori come il bellissimo “Invictus”), che appaiono tuttavia in episodi come “The succubus” o l’epica “Hellfire woman”. “Hymns to victory”, invece, oggetto incriminato dell’operazione, mette in mostra una collezione di pezzi rimasterizzati, inediti mai rilasciati su precedenti album, e mixati in vie alternative. Su questi, spiccano i classicissimi “Invictus” e “Through the ring of fire” fra le più recenti, mentre il repertorio old della band viene rappresentato magistralmente dalle mai dimenticate “The burning of Rome (Cry for Pompei)” e “Noble savage”. Da avere, nel caso vogliate avvicinarvi a Defeis & co., in alternativa, meditate sul prezzo e sulla dubbia sincerità di questa release.