Grande nome e grande copertina (un po’ meno il logo!) per questa giovane band albionica presubimilmente al debutto; non è assolutamente il mio genere preferito, ma il loro sporchissimo rock ‘n’ roll “alcolico” che suona trememendamente “live”, potrebbe certamente far presa su tutti coloro che di solito si divertono a far casino con in sottofondo i primissimi dischi degli AC/DC e dei Black Sabbath! Il brano perfetto per chi volesse tentare di stabilire una sorta di contatto empatico con la band è senza ombra di dubbio l’ emblematica opener “Beer, Drugs and Bitches” (song che la dice lunga sulla loro godereccia filosofia di vita!), ma in generale tutto il lavoro suona compatto. In “Wizard’ s Sleeve”, che sembra cantata da Tom Angelripper in persona, il quintetto si diverte nel riproporre l’ ennesima “song-tributo” alla sabbathiana “Paranoid”, mentre la ritmata “Frostbite” suona come una versione moderna dei canguri australiani. I testi dei sei brani in scaletta (il mio preferito è la Sodom-oriented “Rape Pillage and Burn) vertono più o meno tutti su quegli argomenti che durante gli anni settanta fecero la felicità dei rockers più debosciati: una cosa che a tal proposito mi ha lasciato perplesso è la presenza di una fin troppo visibile siringa incastonata al centro del disegno che appare nel libretto… una trovata francamente di cattivo gusto.