Prendete una manciata di rinomati musicisti, tipo Matt e Greg Bissonette ed Eric Zimmerman, che si divertono a giocare con le cose più disparate, dal country al grunge, dal progressive al metal, dalla psichedelia all’ hard anni ’70, aggiungeteci una dose di sano virtuosismo chitarristico ed avrete come risultato gli Under Radio. Peccato che il risultato sia inferiore alla somma delle parti. Con canzoni che non hanno feeling e si perdono in sboronate di chitarra (tipo “Cornerstone”, tuttavia non proprio malaccio), oppure che quando ce l’ hanno risultano essere pedissequamente espressione di quanto già fatto da altre bands, e ristagnano nel già sentito. Un disco che nel complesso pecca di omogeneità, con qualche buono sprazzo (“Devil’s From A Midwest Town”) e molte perplessità circa a troppa voglia della band di voler strafare, di voler suonare per forza di cose “varia”. Qua potrete sentirci tanto i Soundgarden quanto i Queens Of The Stone Age, tanto i Led Zeppelin quanto certe cose vicine allo Steve Vai style, ma nonostante la notevole mole di guest musicians assoldati per il progetto, il risultato non è dei più convincenti. Nel complesso un disco fuori dai canoni, strano per la sua estrosità compositiva, ma con più ombre che luci.