Todtgelichter – Was bleibt…

Anno: 2005
Provenienza: Germania
Etichetta: Folter RecordsTracklisting:

1 – Hort des todes
2 – Asenschlacht
3 – Von hass und trauer
4 – Erinnerungen eines wolves
5 – Wunden
6 – …Und gütig empfange ich euch
7 – Schlachtenruf
8 – Existenz aus nichts
9 – Flammenspuk

Se mi trovo a recensire il secondo disco dei tedeschi Todtgelichter con almeno una trentina di ascolti alle spalle, non è perché si tratti di un lavoro particolarmente difficile o impegnativo, ma perché la sua eterogeneità nello stilare brani grandiosi alternati ad altri trascurabili mi ha proibito di metterlo da subito a fuoco, di capire i suoi limiti. Adesso invece posso dire con estrema serenità che “Was bleibt…” è un buon prodotto che sa trasmettere emozioni e fa sognare, il cui principale difetto sta però nella netta differenza di qualità tra la prima e la seconda metà della scaletta: nelle prime quattro tracce è facile infatti lasciarsi trasportare da note unite alla perfezione al punto da far pensare ad un capolavoro d’altri tempi, mentre proseguendo nell’ascolto la situazione diventa incredibilmente meno paradisiaca e soggetta a più di un colpo mancato, dove i frangenti esemplari non mancano ma sono stavolta circondati da parti evitabili, di scarso valore. Certo, canzoni come “…Und gütig empfange ich euch” e “Flammenspuk” sono tutt’altro che da cestinare, ma se confrontate con una “Hort des todes” o una “Erinnerungen eines wolves” (a dir poco da lacrime la parte di pianoforte) la differenza appare (pur)troppo netta. Il filo conduttore di “Was bleibt…”, nonostante questa violenta linea di demarcazione, c’è ed è dato da riff che si stampano in testa e da parti melodiche ripartite in un tappeto raw black dalle movenze lente e costantemente espressive, dai toni tristi, malinconici, ai limiti del depressivo. E’ dunque difficile dare un giudizio definitivo ad un album come questo, poiché è vero che la metà dei brani non sono propriamente impeccabili, ma dare un voto di poco superiore alla sufficienza rischia di farlo affondare tra le tante uscite del genere; e il secondo parto della band tedesca non può, e non deve, rimanere anonimo. Va preso ed ascoltato conoscendo i suoi limiti, con la consapevolezza che – anche se per poco – verrete abbracciati da un black metal imprescindibile. Ho fiducia nel nome Todtgelichter, spero vivamente che i segnali positivi di questo “Was bleibt…” si potranno concretizzare ed affinare in un futuro capolavoro.