Conosciuti anche come The Order of Chaos, i qui presenti e giovani musicisti hanno solcato diversi palcoscenici musicali prima di giungere al recensito Loss Angeles, passando da un sound decisamente più pesante ad uno più morbido e orecchiabile. La bella copertina fa da introduzione ad un album che si caratterizza per una grande varietà di stili proposti, tanto che risulta difficile collocare la band in un panorama ben definito. Il sound delle chitarre di Taneli Kiljunen e Joiku Harmaja è preponderante, anche se la voce di Tuomas Nieminen costituisce il giusto contrappunto, che crea un bel duello indubbiamente interessante da ascoltare. A risaltare soprattutto è la bravura della band, che si prodiga in una prestazione decisamente buona dal punto di vista tecnico, mentre a difettare forse è la coesione tra i vari brani: una grande varietà di soluzioni proposte è difficilmente gestibile, anche se i ragazzi dimostrano una buona esperienza, e si rischia alla fine di confondere l’ascoltatore più che trascinarlo per mano. Gli scandinavi però presentano al pubblico un disco di indubbio valore, al quale manca solo un po’ di vinavil per spiccare il volo e imporsi come rivelazione; il risultato è in fin dei conti discreto, considerati gli ampissimi margini di miglioramento che si intravedono. Notevole la produzione, che non stona in alcun frangente; non sono rimasto molto convinto positivamente dalla cover di Smoke on the Water, presentata in una versione piuttosto inconsueta ma non molto incisiva, eccellente invece la priestiana Nightcrawler, che assomiglia molto all’ originale e la incattivisce leggermente. Di sicuro i TOC andranno tenuti d’occhio, per ora il risultato è al di sotto delle loro potenzialità, che ritengo molto ampie, per cui il giudizio finale potrebbe sembrare riduttivo. Ma sono convinto che questi musicisti potranno, continuando su questa strada, proporre dischi di valore assoluto.