Theatre des vampires

Dopo la loro apparizione all’edizione del Gods of metal 2000, ero piuttosto curioso di vedere cosa sarebbero riusciti ad esprimere i Theatre des vampires dopo ben due album (“Bloody lunatic asylum” e “Jubilaeum Anno Dracula 2001”), e soprattutto in spazi chiusi, in una sede, quella del Siddharta di Prato, decisamente più adatta all’esecuzione di un loro show rispetto a quanto sia fattibile, per una band teatrale ed oscura, sullo stage soleggiato del Brianteo di Monza. Le aspettative venivano però dal fatto che la band, a due anni di distanza, aveva prodotto ben due album per la Blackend, label che li ha fatti emergere a dovere grazie ad una promozione pressochè impeccabile. E così, mi sono ritrovato dinanzi ad uno dei concerti più controversi che ho visto di recente. La band si è dimostrata sin dall’inizio piuttosto statica sul palco, nonostante le contenute dimensioni dello stage del Siddharta non permettessero grandi cose, e gli unici segnali di attività e teatralità sono giunti dal frontman Lord Vampyr, coinvolgente nell’espressività ma mai capace di muovere il pubblico sottostante, dal tastierista Necros, che peraltro è stato l’unico della band a scatenarsi in un headbanging furioso, e dalle due tanto acclamate coriste, le quali si sono spesso imbattute in siparietti in alcuni casi banali, con tanto di tipici clichès che i Cradle of filth ripetevano già piuttosto noiosamente nel 1994, ed in altri decisamente dai contenuti erotici. Il pubblico, nonostante i commenti sulle due front-girls, non è apparso molto coinvolto dalla prestazione di una band che, forse, deve ancora compiere il passo di qualità decisivo, per quanto riguarda attitudine e, soprattutto, qualità delle composizioni. Le song, infatti, sempre a cavallo fra la teatralità horrorifica dei Death SS ed il gothic-black degli ultimi Cradle of filth, sono apparse cariche di buoni momenti, ma alle lunghe penalizzate da una certa ripetitività nell’uso di cori e sezioni ritmiche piuttosto piatte. Il singer Lord Vampyr, tuttavia, è apparso decisamente sottotono rispetto a quanto proposto su “Bloody lunatic asylum” (unica produzione del teatro dei vampiri della quale sono in possesso), specialmente per quanto concerne le parti in scream, sebbene anche sul pulito il singer proponesse qualcosa di nettamente diverso dallo stile a’la Steve Sylvester esposto su disco. La cosa più grottesca è derivata dal fatto che i due pezzi meglio eseguiti, ovvero la veloce “Till’ the last drop of blood” e l’orecchiabile “Dances with Satan”, sono stati inspiegabilmente risuonati, dopo essere stati posti in avvio del concerto, durante il bis finale. In ogni caso, ottime le prestazioni del drummer della band, sempre alle prese con ritmiche d’effetto ed un muro di suono mai accompagnato a dovere dalle sei corde, e del tastierista Necros, mentre il suono è stato penalizzato dai troppo alti suoni di basso, la cui sezione ha avuto non pochi problemi di tipo tecnico all’inizio del concerto. Non male, ma sicuramente mi aspettavo di più.