The true endless – Live at Hellblast Festival

Avevo sentito vociferare benino circa questa truce creatura dell’underground italiano rispondente al nome paradigmatico di “The true endless”. E devo dire che le voci positive che mi erano arrivate in proposito sono state lautamente confermate dall’ascolto del presente disco. Addirittura un live: e credo che un live album per una band underground sia il mezzo migliore per dimostrare agli scettici di turno che cosa davvero sia capace di fare in carne ed ossa, e sia altresì la prova tangibile di una reale ed effettiva militanza musicale. I The True Endless si sono formati nel ’97 e da allora hanno costellato la loro carriera di registrazioni, praticamente tutte sold out allo stato attuale. E tornano adesso con questo live album registrato nel marzo 2003 che ha la fortuna di immortalare una formazione davvero ben collaudata ed estremamente efficace dal vivo. Non ho parlato finora di genere trattato, perché credo che la copertina del disco parli da sola, e a voce alta. In ogni caso, a scanso di (improbabili) equivoci, è utile specificare comunque che si tratta di black metal, e, per selezionare da subito il pubblico destinatario (e per evitare perdite di tempo a chi di sicuro schiferebbe la proposta in questione perché alieno rispetto a tali sonorità), black metal grezzo e dal sapore fortemente old fashioned. Dunque scartiamo subito quell’ampia fascia di ascoltatori metal che si è avvicinata al concetto di black metal per vie traverse (leggasi Cradle Of Filth e Dimmu Borgir, e in generale il black metal “moderno” e/o contaminato). Restino invece solo i cultori del “true black metal”. E a questi mi rivolgo per invitarli ad assaggiare un live succoso, che si presenta e risulta essere a tutti gli effetti un gioiellino di arte nera. Avete presente “Live in Leipzig” degli ancora “true” Mayhem? Lo avete amato, adorato e consumato? Ormai vi ha dato la nausea e siete in astinenza perché non trovate altra sporcizia di quel livello per riempire il vuoto lasciato scoperto? Ecco per voi pronto il rimedio: in questo “Live at Hellblast festival” troverete un facile ed efficacissimo palliativo. Sì, perché tutto – l’aura malsana che si respira, l’atmosfera densa e opprimente, la produzione grezza e grattante, quasi sgranata, – tutto qui ricorda i Mayhem dei tempi d’oro. E, per essere precisi, i Mayhem preistorici, quelli ignoranti di “Deathcrush”, e non ancora quelli indottrinati e sorprendentemente trasformati che troviamo in “De mysteriis dom sathanas”. Ma nominare solo i Mayhem è riduttivo, perché nei The True Endless si agita anche, e prepotentemente, il fantasma dei primissimi Marduk, dando vita ad un ibrido eccitante. I The True Endless sono capaci, e lo dimostrano a larghe mani in quest’occasione, di riportare in vita quelle vibrazioni inquietanti, quel feeling rozzo ma tremendamente efficace e convincente, che difficilmente si ritrova nelle release nere attuali. E il bello è che non stiamo parlando di copioni, perché tutte le song proposte nel presente live presentano una propria personalità ben definita e hanno qualcosa di particolare e unico da dire, ciascuna in maniera distinta rispetto all’altra. Mi riferisco anche alle variegate sfumature stilistiche riscontrabili per la durata del live, che si traducono talvolta in sentori più nordici (a la Darkthrone), talvolta in odori piacevolmente epici (si senta in proposito la battagliera “Peaverlandt”); sfumature che comunque caratterizzano positivamente la band indicando una certa maturità stilistica ed una tensione a coniare un proprio sound personale. La mia ormai famosa e indomabile perfidia mi impedisce però di tacere su un difettuccio… La bella song “The fear of the northern sky” esplode nella parte centrale in un giro di chitarra (bellissimo, ma, purtroppo…) preso letteralmente di peso da “Sulphur souls” dei Marduk (da “Opus nocturne”)… ma alla fin fine non è un delitto. Anche perché la qualità complessiva materiale proposto è davvero buona, e l’acquisto del disco sinceramente consigliato a qualsiasi autentico nostalgico del nero. Da segnalare poi in chiusura, e come ciliegina sulla torta, la bellissima cover di Blashyrkh degli… cazzo, se non sapete di chi è Blashyrkh è inutile che leggiate le mie recensioni, e tanto meno che speriate di trovare interessante il presente disco. Bravi The True Endless, ottima mossa. E voi che leggete, contattate questi ragazzi per avere questo bel disco. Riporto per solidarietà la scritta posta i calce al booklet allegando di mio un caldo invito a mettere in pratica quel che raccomanda: “SUPPORT YOUR UNDERGROUND SCENE! COOPERATION NOT COMPETITION!”