The 69 eyes – Devils

Sono molto combattuto su questo ultimo lavoro dei finlandesi 69 Eyes, non tanto sull’ effettiva qualità del singolo cd, quanto sul suo significato in relazione alla scena attuale e soprattutto al suo pubblico, alla tipologia di persone che effettivamente fruiscono in una maniera o nell’ altra di questa musica… perchè forse certe band fanno quello che certo pubblico si aspetta da loro, una colonna sonora alle loro vite, nel bene o nel male (più la seconda!). E guardandomi in giro, guardando la gente, guardando i locali, la vita notturna, la mia debosciata generazione e i programmi di Maria De Filippi, forse penso che i 69 Eyes han fatto la mossa giusta col loro fashion-gothic-metal che un po’ “se la tira”, un po’ cerca di montare l’ interesse grazie a qualche abito alla moda, a una pettinatura alla moda (capelli lunghi neri stile ‘Il corvo’ o la più attuale cotonata coi capelli corti) o a frasi e slogan alla moda (tipo ‘we are the Hellsinki vampires’ o alla frase scritta sulle magliette ‘razor cuts 4 real’). Tutta moda, insomma (a questo punto però erano meglio gli Urge Overkill, avevano più stile). O forse, la mia mente ha fatto uno dei suoi soliti voli teoretici che non significano nulla e si perdono nel mare delle idiozie. Comunque premetto che la recensione di questo cd segue la mia presenza all’ ultimo concerto che la band ha tenuto a Milano. Cosa dire quindi di questo cd? Nulla, la verità è che non so dirne nulla… non posso dirne male perchè è un cd oggettivamente pulito, fatto con una certa cura che non ‘stona’ di certo all’ orecchio… ma non posso neanche dirne bene perchè questo ‘Devils’ scorre da un orecchio all’ altro senza lasciare tracce nel mio cervello.Non riesco quindi a provare nessuna sensazione di repulsione ma nemmeno di coinvolgente approvazione, al massimo posso sottolineare frammenti piacevoli, idee carine, o ironizzare sul solito timbro (e pronuncia) da cantante goth-confidenziale di Jirky. Le radici dell’ album sono sicuramente glam, quello di un po’ più facile presa, giusto una schitarratina e una batteria un po’ movimentata e che produce una ritmica ballabile. A questo si aggiunge l’uso del sintetizzatore, che crea la linea melodica che caratterizza ciascun pezzo, e i corettoni sul ritornello. I pezzi non sono brutti, questo non lo potrò mai dire, solo che non sono nemmeno esaltanti: li faccio partire, faccio due saltini, testa di qua e di là, grido “You wanna rock! Eh si dai, Rock, dai si… mmm… si… eddai si… forse resisto fino alla fine del pezzo. No… basta”, poi mi stufo e la testa non si muove più… skip! Forse a 25 anni sto diventando vecchio, se avessi qualche anno in meno riuscirei ancora a esaltarmi (forse anche per la frase ‘we are the Hellsinki vampires’??? Naaaaaa… queste son cose da “Non è la Rai”).Vorrei qualcosa di meno insipido e capace di tenermi sveglio qualche minuto in più, gli spunti ci sarebbero, ma si esauriscono subito dopo qualche secondo o non sono portati avanti in maniera adeguata e senza verve (faccio esempi: il ritornello di Devils, le tastierine di Berlin, il corettone con synth ‘allasistersofmercy’ di Sister Of Charity, il ritornello ‘you wanna rock’ di Lost Boys, il giro di synth di Christina’s Death e potrei citare altre cose). C’è qualcosa che ammoscia il tutto, insomma. Faccio ipotesi: la voce di Jirky (troppo monotona e inadatta a dare ritmo e sostanza ai pezzi… ci vorrebbe qualcosa di più aggressivo) e le ritmiche e i riff dei pezzi che son sempre gli stessi (ovvero non basta una tastierina messa diversamente per fare un pezzo completamente nuovo). Eppure Blessed Be era un album più che caruccio. Mistero! Meno slogan e più musica magari (o più musica e più slogan, fa lo stesso). Solo per fan … passion for fashion (come la pubblicità delle Bratz!).