Temple of Baal – Servants of the beast

Anno: 2003
Etichetta: AdipocereTracklisting:

1 – Backstab
2 – Triumphing blasphemy
3 – Towards eternal death
4 – Years of hatred
5 – Deathblessed (at the hornlike spears)
6 – Slaves to the beast
7 – Ruins

E’ sempre un immenso piacere trovarsi di fronte a persone che nel black metal ci credono ancora e che dimostrano di saper viverlo e suonarlo col suo spirito originario, cosa oramai da molti dimenticata. I Temple of Baal, band francese oggi al debut album dopo il fortunatissimo demo “Black unholy presence”, sono la dimostrazione che le cose in grande e con passione si possono tuttora realizzare. “Servants of the beast” è un lavoro old-style che, attraverso le reminescenze degli immortali Venom-Celtic frost-Hellhammer, esce dalla propria tana ripescando gli anni migliori della vecchia Norvegia, quando – lasciando da una parte i crimini divenuti famosi – la scena nazionale ci deliziava con le sue preziose gemme divenute oggi culto. Grandi, grandissime, immense pietre miliari vengono in superficie sotto il nome di “Backstab”, “Triumphing blasphemy”, “Deathblessed (at the hornlike spears)” e “Ruins”, song per le quali vale assolutamente la pena di spendere i soldi dell’intero disco anche se le restanti tracce non comparano tali livelli. Il black viene spesso accusato di mancanza di originalità e le recensioni riguardanti i vari gruppi sono ritenute simili l’una dall’altra: può darsi, dico io, ma se ciò accade è perché questo genere non ha nel modo più assoluto bisogno di evolversi (il black conosciuto oggigiorno dalle masse neanche lo ritengo degno di uscire sotto tale nome) e i gruppi che hanno fatto la storia si contano sulle dita. Eppure ogni buon blackster sa quello che intendo: se su 10 band 8 hanno influenze dei Darkthrone ciò non vuol dire che venga a mancare la mancanza di idee. E’ per questo che ritengo da lodare e da adorare anche l’ennesimo parto avvenuto sotto l’insegna della fiamma nera; qui, pur essendo presenti brani meno riusciti (“Years of hatred” e “Slaves to the beast”), la qualità è tangibile in prima persona e sfido chiunque a provarmi il contrario. Il trittico della dannazione eterna formato da Amduscias (chitarra e voce), Arkdaemonn (basso) e Herr Rikk (batteria) ha iniziato il suo corso nel migliore dei modi, sta a voi credere in loro.