Suffocation – Souls to deny

Narra la leggenda che tre lustri or sono, un temibile act era solito terrorizzare i palchi floridiani con la sua miscela distruttiva di suoni cupi e ritmiche violentissime. Si chiamavano Suffocation, e la scena estrema di allora non ci mise molto per elevarli allo stato di Dèi. Da allora i nostri sono passati dall’ esordio “Human Waste” (invero ancora immaturo, anche se foriero di grandi speranze) e dal transitorio “Effigy Of The Forgotten”, fino ad arrivare alla pubblicazione di due capisaldi del Death Metal di tutti i tempi: quei “Breeding The Spawn” e “Pierced From Within” che, con il loro perfetto mix tra aggressività, furia cieca e tecnica sopraffina, si elevarono a nuovi standard della musica estrema, due dischi inarrivabili e tutt’oggi inarrivati, un punto di partenza (ma soprattutto di arrivo) per ogni band che intenda cimentarsi con le sonorità violente e malsane del metallo della morte. Dalla seconda metà del decennio scorso però, i Suffocation cominciano ad attraversare momenti grami: i cambi di line up si fanno sempre più incalzanti e, sebbene i nostri riescano nel 1998 a pubblicare il bellissimo EP “Despise The Sun”, l’abbandono del chitarrista e fondatore Doug Cerrito si rivela il colpo di grazia per la band. I Suffocation si sciolgono, ma i fans non si dimenticano di loro, ma auspicano anzi un clamoroso ritorno sulle scene. Gli anni passano, e finalmente nel 2003 arriva la notizia che tutti aspettavamo: forti della formazione originale, fatta eccezione per il nuovo guitar player Guy Marchais (ex Pyrexia ed Internal Bleeding), i Suffocation ritornano! L’attesa per il pluri annunciato album post reunion si fa sempre più spasmodica ed oggi, dopo tanti anni, è finalmente possibile ascoltare del nuovo materiale di Frank Mullen e compagni. “Souls To Deny” è il titolo del disco, un lavoro che, manco a dirlo, suona Suffocation al 100%!!! La macchina da guerra più efferata del mondo è ancora ben oliata e perfettamente funzionante. L’incofondibile stile della band è ancora qua, cari i miei maniaci sanguinari, ma non temete, l’inutile nostalgia dei ‘bei tempi che furono’ (così diffusa tra le reunion) non sembra dimorare tra i solchi di questo nuovo, ferocissimo masterpiece, ma anzi lascia il posto ad evoluzioni ritmico-armoniche inedite non solo per i Suffocation, ma anche per il Brutal in generale. Pur non intaccando minimamente il loro stile insomma, questi cinque terroristi non rinunciano a quella spinta innovativa che ha sempre fatto parte del loro patrimonio genetico, ed allora le chitarre si assicurano il ruolo di protagoniste assolute del proscenio, dividendosi tra riffs veloci e chirurgici, bellissimi assoli e stacchi morbosi dall’indole più malata ed ossessiva. Da parte sua, il rinnovato growl di Frank Mullen si conferma perfetto per i nuovi Suffocation e la sezione ritmica, così precisa e fantasiosa, non fa assolutamente rimpiangere le performance al fulmicotone della premiata ditta Richards/Culross. “Tomes Of Acrimont”, “To Weep Once More”, “Subconsciously Enslaved” e “Demise Of The Clone” sono i titoli dei nuovi classici, quelli per cui i Suffocation faranno ancora epoca, quelli con cui le nuove leve si dovranno confrontare senza avere la benchè minima speranza di riuscire a superarli. I maestri del male sono tornati per farci di nuovo tremare: inchinatevi davanti agli Dèi del Death Metal!!!