Story of Jade – The factory of Apocalypse

Cover
Tracklist
1 – Factory of apocalypse
2 – My vein
3 – SOS
4 – Devil divine
Recensione
Genere: n/a

E chi l’avrebbe mai detto che Firenze, tra le sue mille opere d’arte, celasse nascosta anche una “fabbrica dell’apocalisse”? Oddio, in questo caso è certo eccessivo parlare d’arte, almeno nel senso classico del termine: anche perchè qui ci troviamo di fronte a 4 pezzi di sporco & aggressivo horror metal, assemblato dai quattro pittatissimi operai della Factory, gli Story of Jade. Questi nipoti di King Diamond abbandonati infanti in terra dantesca, una volta cresciuti hanno ritenuto opportuno seguire le orme dell’illustre nonno, tirando fuori dal calderone musicale un heavy metal inquieto e sulfureo, marcatamente influenzato dalla lezione mercyfulfatiana. Non accontentandosi della pura emulazione, hanno personalizzato la ricetta, indurendo i suoni sino a spingerli ai confini col thrash, e dotandosi della voce quasi black di Bapho Matt (ottimo screamer, anche se il nome d’arte pare uscito da un album degli Sgorbions). Dentro la Factory le atmosfere si fanno livide, sulfuree: le urla rabbiose di Matt, innestate sul riffing malefico della coppia Poxifer/Andy Gore evocano i tormenti dei più bui gironi infernali, mentre il drumming di Yndy T. Witch scandisce puntuale ed inesorabile i rintocchi dell’apocalisse imminente. E’ infine il solismo di Andy (s)Gore(d), in perfetto equilibrio tra la follia insensata degli Slayer e le melodie gotiche dei Judas Priest ad aggiungere quel tocco maledettamente anni ’80 che renderà Factory of Apocalypse un prodotto irresistibile a tutti i cultori del (me)tallo classico. Siccome però il diavolo fa sempre le pentole ma non i coperchi, ci sono anche due piccoli difetti da segnalare: una produzione forse troppo scarna, che atrofizza il groove sanguigno e sabbatiano dei riffs; l’eccessiva timidezza di Matt, che, corposo nello screaming come nel growl, si rivela un po’ titubante nelle incursioni più melodiche. Ma la voce certo non manca, bisogna soltanto che la tiri fuori. Insomma, questo demo è certo un esordio brillante per la band fiorentina, che si segnala tra l’altro per le possenti prestazioni live con cui ama diffondere terrore e culti satanici in terra toscana. Resta soltanto un innocente quesito: ma Story of Jade, che cazzo significa?