Dopo una fugace apparizione nel 1987, anno di pubblicazione dell’ omonimo debut album, tornano a farsi sentire gli Statetrooper , band famosa soprattutto per contare tra le proprie fila l’ex M.S.G Gary Barden, ancora decisamente in palla per regalarci stralci della sua classe, di cui “The Calling” trasuda dalla prima all’ultima traccia. Un perentorio tuffo tra quelle sonorità che hanno reso celebri band storiche come Deep Purple, Uriah Heep, Magnum, e Michael Shenker Group, dalle quali gli Statetrooper attingono a piene mani, regalandoci uno spaccato di entusiasmante hard rock di matrice britannica, dal fascino tuttora incontaminato e che, grazie a personaggi del genere, risulta oggi più che mai vivo e vegeto. Si parte alla grande con il riff “shenkeriano” di “The Calling”, per proseguire con una potenziale hit “d’altri tempi” come “Casablanca”, anche se il vero sussulto arriva con la sensuale ballad “Love Lies Bleending”, dove il talentuoso Gary Barden sfoggia una delle sue prestazioni più memorabili, almeno dai tempi di “Built To Destroy”, ultimo lavoro fatto in coppia con il bizzoso chitarrista di Hannover. Un cenno lo merita anche il chitarrista Jeff Summers, una presenza costante ed indispensabile, per il sound corposo degli Satetrooper, un musicista tecnicamente dotato, capace di regalare assoli di grande presa e fascino, oltre a “break” taglienti come lame di rasoio, uno stile che ricorda molto da vicino un maestro eccezionale come Mike Box, tanto bravo quanto sottovalutato. Undici tracce da ascoltare tutte di un fiato ed indistintamente, e che rendono finalmente giustizia al vecchio e caro hard rock che piace a tutti noi, quello classico, puro e privo di tanti fronzoli “modaioli”, sciagurati ed inutili.