Slipknot – 9.0 Live

Il ‘carrozzone’ Slipknot si pone ora nella sua dimensione (forse) più congeniale, ossia quella live. “9.0 Live” si pone come greatest hits ideale spaziando in lungo ed in largo nella discografia della band, donandoci in tutto splendore il nine piece di Des Moines, autore di una prestazione complessiva sopra le righe; il tutto sotto la regia di quel grande batterista che risponde al nome di Joey Jordison. Due ore di assalto all’ arma bianca, ove i nostri buttano sudore ed energia verso l’ascoltatore di turno, con però quella sensazione di ‘plastificato’, tale da ipotizzare qualche ‘ritocco’ in studio, ma in ogni caso si rimane piacevolmente sorpresi dalla perizia tecnica dei nove, anzi dei cinque che realmente suonano. Come detto Jordison è una spanna sopra tutti, grazie ad una tecnica superiore, abile nel reggere l’intero impianto sonoro: doppia cassa intervallata da un sapiente uso del rullante e piatti usati con parsimonia (a tal riguardo sentitevi l’assolo sul primo disco). E poi? Due buoni chitarristi che si dilettano al riffing forsennato (a volte sfociante nel death, grazie alle folli accelerazioni di Jordison), ma anche a qualche buon assolo come già pregustato in Vol. 3. Platter compatto, resa potente grazie all’ottimo lavoro al mixing dello specialista Colin Richardon. Unica nota negativa la prestazione del singer Corey Taylor in forte difficoltà nelle parti melodiche, in primis (forse) per il suo grande dimenarsi sul palco. Scorrendo la track list onore alla folle ‘Iowa’: mantra doom psichedelico sulla scia degli ultimi Neurosis (da sempre idolatrati dalla band), resa in chiave live ancor più spettrale ed inquietante e poi alle varie hits ‘People = Shit’, ‘Disasterpiece’ e ‘Duality’, insomma tutto il meglio di casa Slipknot servito in tavola per gli avidi fans e non solo. Un acquisto caldamente consigliato, per rientrare con il piede giusto nell’ universo dei nove mascherati ed un sorta di bignami, invece, per i neofiti.