Sepultura – Dante XXI

La Cogumelo, che li ha fra virgolette lanciati, oggigiorno si rifiuterebbe di mettere sotto contratto una band sconosciuta che gli presenta un disco del genere. Non per questioni settoriali, ma semplicemente perchè fa schifo, perchè non c’è una canzone degna di nota, non una. Ma sono i Sepultura, e mentre qualche gruppetto underground mangia immeritatamente la terra da qualche parte nel Mondo, pur di firmare su di un pezzo di carta decente, Igor Cavalera e soci campano altrettanto immeritatamente di rendita prendendoci pure un po’ tutti per il culo, vedi i frequenti riffettoni Thrash che compaiono in questo album come a dire “sia-mo sem-pre noi!”. Patetici. Le canzoni di “Dante XXI”, mi rifiuto di parlare del concept di cui tratta perchè già lo conoscerete (e credo s’intuisca abbastanza dal titolo), non hanno un filo logico, un pattern vincente, un ritornello che funzioni, ma sono semplicemente composte da 2-3 riff buttati lì a mo’ di collage. Hardcore a chili, o se preferite quintali come nei precedenti due dischi, un bel po’ di Thrash con qualche riff che non sarebbe neppure malvagio, ma che non non è assolutamente legato a tutti gli altri ingredienti presenti nella medesima song. Ad esempio il riffone Thrash di “Convicted in life” spacca il culo, ma da solo non serve praticamente ad un cazzo. E’ slegato, è a se’ stante, si capisce che è lì semplicemente perchè la band voleva che v’apparisse un riff Thrash. Si capisce che non c’è nulla di spontaneo in tutto questo. Ridicoli poi i soliti momenti tribal/etno/ecc.ecc.: ok, l’abbiamo capito che siete brasiliani. E’ dal 1993 che fate di tutto per sembrare usciti dalla foresta amazzonica o da qualche scontro a base di Molotov. Finitela di romperci le palle, ok? Vedete di fare qualche canzone decente come tanto vi riusciva, anche se ho la sincera convinzione che se tornasse all’ ovile Max, non verrebbe ugualmente fuori un ragno dal buco, perchè non mi risulta che il signorotto stia sfornando ‘sti capolavori altrove. La favola brasiliana è finita, il gruppo che partorì “Arise” è andato in fumo (non ieri, certo), e non ci resta che goderci i suoi vecchi capolavori che per nostra fortuna proprio pochi non sono. Non sto a descrivervi oltre questo “Dante XXI” perchè per quel che mi riguarda, non rappresenta proprio nulla (e questo non significa che sia più brutto di “Roorback”, anzi…).