Saxon – Lionheart

Tempo fa lessi un’ intervista all’ interno della quale l’ impertinente comandante Biff Byford ammetteva spudoratamente che, per ottenere riscontri positivi sia in termini di vendite che di critica, la sua band aveva da sempre puntato a realizzare semplicemente una serie di Lp che contenessero al massimo una o due hit-songs contornate da “semplici” canzoni. Ora… dato che vi imbatterete sicuramente in una serie di recensioni scritte da incompetenti, vediamo un attimo di fare chiarezza sull’ attuale situazione vissuta dallo storico combo albionico, concentrandoci magari su una sorta di prospettiva comparata tra il presente e la loro carriera passata che va dal 1990 al 2001 (lasciamo perdere per una volta i 33 degli eighties che tanto sono di dominio pubblico!). Saxon è stato l’ unico “Heavy Metal Tytan” a scampare all’ avvento di quel ciclone distruttivo che, nei primissimi anni novanta, portò in breve tempo alla (quasi totale) scomparsa del nostro genere preferito dai grandi palchi… e, più che per l’ aver realizzato una serie di primordiali e comunque incandescenti albums, è proprio in virtù di perle dall’ insetimabile valore come “Solid Ball Of Rock”, “Forever Free”, “Dogs Of War”, “Unleash The Beast”, “Metalhead” e “Killing Ground”, che il Sassone può essere considerato -a tutti gli effetti- come una delle dieci fondamentali “All time Hard Rock bands”. Ed eccoci finalmente giunti alla tanto dolente attualità (musicamente parlando s’ intende!): a tal proposito, se quel discutibile concetto -formulato da Biff- che ho voluto simbolicamente porre in epigrafe, mal si adatta ai sei dischi della “recente” produzione dei Saxon (tutti quanti impreziositi da una lunga serie di mitiche songs), appare al contrario perfetto per presentare quanto contenuto all’ interno dell’ ultimissima release partorita dall’ imprescindibile quintetto. A discapito di una copertina che lasciava presagire un grande ritorno, “Lionheart” si è rivelato invece essere l’ album più inutile ed insignificante mai pubblicato dai Saxon: la tigre dell’ Heavy sound stavolta cavalca imperterrita unicamente tra i solchi della spettacolare Title Track (introdotto da un clamoroso riff in perfetto stile Class Metal, questo inno epico rimarrà in eterno scolpito nella roccia!!!), ma per quanto riguarda le restanti tracce appare addirittura imbarazzante doverle commentare… Ed è proprio quello che non farò ragazzi…così la prossima volta le mitiche aquile inglesi impareranno che talvolta è più saggio perdere un po’ più di tempo per scrivere pezzi degni del loro nome, piuttosto che per inventarsi una serie di titoli ad effetto (“English Man ‘o’ War”…”Witchfinder General”…”To Live By The Sword”!!!) che dopodomani saranno già stati dimenticati a causa della pochezza del loro contenuto!