Con “Marathon” i canadesi Saga celebrano i 25 anni della loro carriera, e lo fanno con un album che propone un prog rock targato anni ’80, ben scritto e suonato, nel quale traspare la classe di musicisti con un solido background artistico alle spalle. A tal proposito c’è da sottolineare la prestazione artistica della band, intesa non solo come abilità tecnica, ma anche come capacità di scrivere pezzi ben congegnati, nei quali abbondano melodia e sezioni strumentali davvero intriganti, mai noiose né tese al tecnicismo, per così dire, “estetizzante”. “How are you?”, “Streets Of Gold(Chapter14)” (ottimi gli inserimenti di chitarra acustica, al suo interno), “You Know I Know (Chapter 12)” (forse uno dei migliori ritornelli del lotto) o “Worlds Apart (Chapter 16)” (variopinta canzone dal flavour 70’s che conclude “Marathon”, si segnala come la composizione forse più elaborata del disco) costituiscono ottimi esempi di quanto detto. Questo disco riprende il discorso di album come “Full Circle” (1999) e “House Of Cards” (2001), in parte ampliandolo, stando però attenti a non snaturare il sound tipico della band, caratterizzato dall’ottimo guitar works di Ian Crichton, le suggestive e sempre opportune atmosfere create da Jim Gilmour alle tastiere, e dalla particolare voce di Michael Sandler. Giusto per non far arrabbiare nessuno, citiamo anche l’efficacissima e fantasiosa sezione ritmica composta da Steve Nagus alla batteria e Jim Crichton al basso. L’album snocciola raffinate melodie dal gusto e attitudine facilmente accostabili a certo Rock degli ’80, quello più tranquillo e – direi – quasi radiofonico (come nella azzeccata ballad “Blind Side Of The Heart”, per citarne una), accanto a momenti in cui le chitarre si fanno più prepotenti e guidano canzoni più dirette e, forse, coinvolgenti come l’opener “Marathon”, “You Know I Know (Chapter 12)” o “Return To Forever”, quest’ultima si segnala per l’ottimo riff di chitarra che introduce e guida tutto il pezzo. Non mancano momenti caratterizzati da suggestive e avvolgenti atmosfere, come in “Breathing Lesson”. Per il mio gusto, il difetto più grosso del lavoro sta, forse, proprio nella riproposizione probabilmente troppo fedele (sebbene non manchi la volontà di aggiornarsi) di uno stile che ha accompagnato la band nella sua più che ventennale carriera, ma forse poco incisivo e significativo per il pubblico di oggi. Voi, comunque, provate a darci un ascolto, perché “Marathon” non merita di passare inosservato.
PS: Per i fan di lunga data, o semplicemente per i più curiosi, segnalo la pubblicazione in questi giorni di un DVD intitolato “Silhouette” contenente tutti i videoclip ufficiali della band, alcune esibizioni live risalenti ai primi anni ’80, e alcune interviste fatte ai membri del combo canadese, volte a ripercorrere la storia del gruppo. Interessante, vero? Beh, a scanso d’equivoci i Saga aggiungono come bonus anche un inedito video bootleg, realizzato da un fan, di un concerto dei primi anni ’80 tenutosi all’ Hammersmith di Londra. Direi proprio che non ci si possa lamentare!