Revoltons – Night visions

Il primo impatto con “Night Visions”, debut album dei nostrani Revoltons, è senza dubbio positivo, e bene ha fatto la teutonica e lungimirante Limb Music ad accaparrarsi i servigi di questa band tricolore, che tenta di rinverdire i fasti dei connazionali Rhapsody. Siamo distanti anni luce, però, dall’ Hollywood symphonic metal prodotto dalla band di Turilli, in quanto in “Night Visions” i principali punti di contatto si hanno con Balance of Power (quelli di Heathen Machine), con i Symphony X e, dulcis in fundo, con gli immancabili ed imprescindibili Dream Theater. A una buona tecnica di base, i Revoltons abbinano un songwriting di tutto rispetto ed un muro sonoro ben compassato e rindondante di fughe solitarie da parte di strumentisti che sanno il fatto loro, come il tastierista Andrea Corona, che si erge a protagonista in gran parte dei brani presenti in scaletta, molto bello il duello tra la chitarra ed il synth, nell’epica “Cell Of Death”, uno dei brani di punta dell’intero lavoro. Se a tracce di buon spessore come le avvolgenti “Reality Met Childhood” e “Time For Worlds Inside”, minate da chitarre insofferenti e nervose, manca un cantato degno di nota, così non si può dire per la conclusiva “The Court’s Fool”, impreziosita, al contrario, da un’ interpretazione superlativa del vocalist Andro, cantante incline a dare il meglio di sè, arrampicandosi a tonalità medio alte. In conclusione “Night Visions” si può tranquillamente annoverare tra i migliori album di power-prog metal usciti quest’anno, segno che se il prodotto è di valore, riesce, comunque, ad emergere in un settore inflazionato come quello power.