Inquadrare in un contesto preciso i qui presenti Platitude risulta piuttosto difficile, dato che la band si distingue per sonorità piuttosto aggressive, che potrebbero però piacere anche a chi è abituato a note più morbide ed armoniose. Potremmo dire in buona sostanza che il cd merita di essere ascoltato almeno una volta in negozio, merita cioè un ascolto di valutazione anche da parte di chi potrebbe escluderlo a priori. Di per sé questo è un fattore positivo che contribuisce a rendere interessante la proposta della band; ma non sono tutte rose e fiori o, in stile Homer Simpson, non tutte le ciambelle escono col buco. Poste le doverose premesse passiamo al lato più schietto di questo cd, e passiamo quindi ai ‘dolori’; purtroppo l’unica gioia che procura Nine è data dall’ eterogeneità dello stile proposto, eterogeneità di cui ho già avuto modo di parlare; il resto è piuttosto deludente. A mancare sono parecchi fattori, a cominciare dalla produzione, passando da un songwriting poco ispirato e concludendo con una mancanza pressochè totale di forza trascinante. Recensire il disco track-by track è inutile, così come citare gli episodi migliori; nel complesso Nine è assestato sempre sullo stesso livello che, purtroppo, è mediocre. Si tratta ovviamente di pareri personali, ma a lungo andare questo cd risulta di una pesantezza intollerabile, tanto che è difficile andare oltre la terza traccia, dato che le canzoni si assomigliano e non incidono. Permane insomma un senso di incompiuto, un senso di ‘poteva essere così ma è andata diversamente’; peccato, alcune premesse erano buone, ma ora come ora rimangono soltanto buone intenzioni a parole, sulla carta è attesa conferma.