Perdition city

Dando vita a questa rubrica mi rivolgo a pochissimi: la mia Città della perdizione intende essere un omaggio a coloro che come me sono condannati ad accendere anime e ad avere l’anima accesa. Perdition city dunque nasce, e si propone di rimanere, elitaria. Chiarisco questo perché non intendo permettere in alcun modo che perle di rarissimo valore vadano ai porci. Mi propongo in questa sede di glorificare lavori di artisti che durante questi anni mi hanno accompagnato nel titanico tentativo di re-incantamento del mondo. Dischi come “La Masquerade Infernale”(Arcturus) o “The Shadowthrone” (Satyricon) o “Perdition City” (Ulver), sono stati la colonna sonora dei miei film interiori e mi hanno aiutato a tenere l’anima accesa. In Perdition city mi propongo di rendere omaggio a quei pochi artisti che sono arrivati a toccare i miei nervi scoperti, grazie al dono loro concesso di penetrare emotivamente questa calotta d’acciaio, che in un universo ormai disincantato, ci ha resi (me per prima)“specialisti senza spirito, edonisti senza cuore”. L’ambito musicale trattato sarà per lo più estremo, nel senso più vasto del termine: dal black metal al gothic, al doom, alle recenti perversioni techno-elektro-noize che tanto stuzzicano il mio palato… Prenderò in considerazione non esclusivamente gruppi famosi e di culto, ma sarò orgogliosa di menzionare bands underground italiane anche al primo demo, se meritevoli.

Perdition city è suddivisa in “quartieri”:

Chaotik Beauty: sezione dedicata alla bellezza caotica del black metal (in caso anche brutal-death-thrash…), dal filone più grezzo e primordiale alla raffinatezza delle recenti avanguardie, comprese quelle “pervertite” e contaminate dal morbo elettronico.

An Enigma…Silent: sezione dedicata ad atmosfere decadenti e “autunnali”, ad ambientazioni più “ovattate” e oniriche (gothic-doom-dark-ambient…et similia), e anche a tutti quegli ibridi che difettano di definizione.

From The Cradle: una sorta di “Matricole”…recensioni degli esordi discografici (più o meno esaltanti) di bands estreme ora affermate e mediamente conosciute (dalla sezione sono esclusi in via eccezionale quei dischi che, pur essendo esordi, sono pietre miliari del genere – ad es. “Dark Medieval Times”, pur essendo la prima release dei Satyricon, figura nella sezione Chaotik Beauty).

Hidden Treasures: sezione dedicata esclusivamente a gruppi underground italiani, che spiccano notevolmente tra gli altri e meritano per questo l’attenzione del pubblico (visto che, inspiegabilmente, non hanno attirato ancora quella di qualche label…). Se pensate che il vostro gruppo meriti un posto all’interno di Hidden Treasures, spedite pure i vostri “tesori nascosti”(anche se datati) alla sottoscritta.

Note: – I voti sono sempre IN DIFETTO. Questo perché la rubrica darà spazio solo a lavori di rilievo, che, in altra sede meriterebbero (quasi tutti) un 10/10. Ma, tra capolavori si deve pur distinguere…quindi, per es., se a Dark Medieval Times metto 8/10, non è perché non sia un ottimo disco, ma solo perché altrimenti non darei il giusto risalto al salto qualitativo che risponde al nome di Nemesis Divina. – Inoltre (anche se la scelta è discutibile, lo ammetto) mi sforzerò di non dar peso alla “storicità” del gruppo o dell’album in questione, insomma, cercherò di prescindere dal fatto che un tal album sia importante perché ha segnato l’inizio di un tal trend, ma lo valuterò esclusivamente per il suo valore intrinseco, decontestualizzato (quindi non scandalizzatevi se dovessi infangare qualche nome sacro).