Davvero un bella sorpresa questo “Circles Of Butterfly” dei norvegesi Pedestrian Of Blue. Senza fare troppi giri di parole posso tranquillamente affermare che è uno dei migliori demo – se non il migliore – che mi siano passati tra le mani. La band è composta per il momento da solo due componenti: il cantante tastierista Johannes Stole (già militante nella formazione pop Orange Crush), e il chitarrista Torfinn Sirnes. Per le registrazione di questo demo, i due si sono avvalsi dell’aiuto del bassista Kjetil Lundo, e le parti di batteria sono state affidate ad una drum machine (dai suoni piuttosto grezzi, peraltro, che fanno perdere sicuramente punti al risultato finale). Per figurarsi la proposta musicale dei Pedestrian Of Blue pensate a a riff simili a quelli dei metallica miscelati al gusto melodico dei Toto, il tutto inserito in atmosfere e suggestioni tipiche dei Queensryche. Ognuna delle 4 canzoni di “Cirles of Butterfly” (mini-concept piuttosto introspettivo, in questo paragonabile alle liriche dei Fates Warning) tende a fare un po’ storia a sé, sebbene non venga mai perso il carattere fondamentale della band: una sorta di malinconia velata da una serenità dei suoni e delle melodie, sempre e comunque magistralmente interpretate da Johannes Stole. Ed è proprio Stole a dare una marcia in più a una canzone che già di base parte da un livello notevole: sto parlando dell’opener “Father & Son” – che poi è anche il mio pezzo preferito del demo. Prestazione vocale a parte, di questo cd colpisce anche la maturità con la quale sono scritti, strutturati e arrangiati i pezzi: maturità che solitamente si riscontra solo in lavori di professionisti già avviati. Dimostrazione di quanto appena detto potrebbe essere “Where The Rain Falls” (terza traccia), un pezzo che riesce a sposare perfettamente melodie romantiche e dolci, con riff di chitarra che sembrano usciti da un disco come “…And Justice For All” dei Metallica. Gli altri due pezzi, “Crossing” e l’acustica “Out Of the Rain” pur mantenendo costante il livello qualitativo del cd, nulla aggiungono a quanto si è detto finora. L’unico rammarico, arrivato alla fine di questo lavoro, riguarda l’esiguità quantitativa della proposta: le canzoni prendono in modo tale che, alla fine, se ne vorrebbero ancora altre: sinceramente credo che questo sia davvero un segnale molto positivo!… New Prog Sensation? Speriamolo tutti.