Gli Opera IX sono indubbiamente una band che e’ stata in grado di creare un proprio sound personale e caratteristico : un black-metal con tendenze al gothic e sconfinamenti nel thrash , un’ atmosfera mistico-pagana , tocchi di classe e la particolare voce di Cadaveria (in screaming e pulito) a condire il tutto (e il fatto che ci fosse una donna a cantare in screaming era senza dubbio un ulteriore fattore di originalita’) ….. avevo quindi molto apprezzato i due album precedenti (Sacro Culto e la Black Opera). Ora, dopo alcune vicissitudini, gli Opera IX hanno rimpiazzato i fuoriusciti Cadaveria (voce) e Flegias (batteria) con Madras (voce … un uomo stavolta) e Taramis alla batteria. Parliamo quindi del nuovo album, Maleventum . Le canzoni presentate sono in numero ridotto (7) , e ciascuna di esse dura in media 7 minuti. Il genere presentato e’ sostanzialmente black-metal sinfonico (non troppo pesante) , in cui le canzoni sono lunghe suite dove su un tappeto di tastiere si innestano le chitarre, la voce , e soprattutto la batteria. La voce di Madras e’ molto diversa da quella di Cadaveria. Madras utilizza uno screaming non acutissimo ed a tratti “sibilante” e/o sussurrato, che purtroppo sembra variare pochissimo da brano a brano e forse costituisce il punto debole del disco: piuttosto statico e poco versatile, “dialoga” poco con la musica e in alcuni momenti ne frena l’impatto .
Un termine di paragone potrebbe essere la cantante degli Ensoph , Patrizia, la cui particolare forma di screaming e’ molto simile, tuttavia da quest’ultima veniva sfruttata con piu’ ampio respiro e in maggior sintonia con la parte strumentale …. Madras dovra’ lavorarci su in vista del prossimo album, a mio parere. Tuttavia, Madras da’ il meglio di se’ nelle parti piu’ teatrali e dense di malvagita’ , quindi da un punto espressivo/tematico la prestazione e’ buona. Cio’ che invece alza la qualita’ del disco sono le percussioni, incalzanti, di impronta thrash/black , veloci, variegate , conferiscono alle canzoni un’identita’ aggressiva …. inoltre sono prodotte benissimo (e anche la produzione di tutto il disco si assesta su alti livelli), direi che sono la parte piu’ “gustosa” dell’album (come nella canzone Forgotten Gods … da citare anche per l’introduzione con le cornamuse). L’atmosfera notturna, di demoni pagani invocati alla luce di una fioca lanternina, in un bosco o tra 4 mura diroccate , al suono di chitarre ossessive e di una tastiera (mai troppo protagonista, sempre in funzione dell’accoppiata batteria/chitarra) che si staglia sullo sfondo di questo scenario , e’ resa in maniera efficace , anche se l’album non e’ immediatissimo e necessita di piu’ ascolti …. forse canzoni piu’ compatte e in grado di dare all’ascoltatore un maggior numero di sensazioni ,avrebbero reso l’album piu’ godibile , divertente e adatto a piu’ situazioni di ascolto. In sostanza un album senza grandi difetti, ma con piccole imperfezioni, e composto con una “filosofia” che potrebbe non venir gradita da tutti …. e’ consigliato un pre-ascolto (le migliori canzoni sono Princess of The Ancient , Unearted Arcana e la gia’ citata Forgotten Gods) …. se poi vi piace, aggiungete pure un punto e mezzo ….