Node – Intervista a Marco Di Salvia (drums)

Cambi di line-up abbastanza frequenti non hanno di certo fermato i Node, che possono ancora vantarsi di non aver sbagliato un disco in carriera. Ce ne parla, naturalmente soffermandosi sullo stato attuale delle cose dopo la release di “They ask for a new crime” (“Technical crime” + “Ask”), il batterista Marco Di Salvia.

Intervista a cura di: Marco “Dark Mayhem” Belardi

E’ uscito “They ask for a new crime”… come siete giunti all’ idea di realizzare una ristampa di “Technical crime” e “Ask”?
Sicuramente è da considerarsi come un regalo per tutti coloro che ci hanno seguito in questi dieci lunghi anni di attività. Impreziosito per lo più da una traccia video realizzata da Gary nella quale veniamo ritratti in maniera spontanea e naturale. L’ introvabilità degli album inoltre è stata una delle principali motivazioni che ci hanno indotto alla realizzazione di quest’ ultimo capitolo di casa Node.
“Ask” è molto acerbo e primordiale nonostante contenga ottimi pezzi, ma oltre alla riedizione del 1997 della sua title-track avete mai pensato, non so, ad un’ operazione tipo una sua completa ri-registrazione?
Si, ci abbiamo pensato molte volte ma penso che non avrebbe un gran senso, a parte un discorso prettamente personale del vedere riarrangiati meglio i nostri vecchi pezzi, procedere con tale operazione. Credo infine che il prodotto originale possa perdere di fascino. Ask nel ’94 aveva un senso logico. Oggi non più, il suo spirito lo facciamo vivere dal vivo, dove i pezzi trasudano un energia ancora oggi impensabile.
Negli anni ’90 il Metal estremo italiano eravate principalmente voi ed i Sadist, considerando che alcune importanti band come Necrodeath e Bulldozer avevano già fatto una brutta fine. Valutami un po’ la scena italiana di allora e quella odierna… si stava meglio quando si stava peggio?
Non me la sentirei di giudicare la scena italiana in base alle decadi… Ci sono sempre state ottime bands che hanno dato tanto alla musica metal tricolore e questa è la cosa più importante. Il dato triste è che si è sempre stati peggio. Il sudore… quello vero è l’unica arma che a bands come noi, Necrodeath ed Extrema ha permesso di far vivere nel tempo un genere tanto amato quanto bistrattato.
“Sweatshops” e “Das Kapital” vantano una produzione ottima ed un sound melodico ma comunque piuttosto aggressivo. Riguardo il primo dei due album c’è chi vi ha paragonati ai Death di “Symbolic”, concordi?
Posso capire un accostamento ai Death per quanto riguarda lo stile vocale di Daniel. A parte questo però musicalmente siamo lontani anni luce dal sound proposto dall’ ormai rimpianto Chuck. I Death sono solo una delle nostre ispirazioni e sicuramente dobbiamo imparare tanto da loro, ma tuttavia credo che i Node dispongano di un proprio sound che li contraddistingue.
Restando su questi due recenti album, come rispondi a chi come me li apprezza ma preferisce l’ approccio più spontaneo, dato forse dalla produzione “naturale” che un disco come “Technical crime” aveva?
Bastardi dovete morire (eccoci lo sapevo! n.d.r.)!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Hahahaha, no dai… a parte tutto i gusti son gusti ed è naturale che ognuno si evolva come meglio crede. Noi con “Sweatshops” e “Das kapital” sentivamo il bisogno di aggiungere più tecnica e melodia rispetto al passato. Ritengo “Technical Crime” un ottimo disco ma la cosa più importante è che ogni disco dei Node possa essere in grado di suscitare emozioni diverse in coloro che si accingono all’ ascolto.
Cosa bolle in pentola in casa Node? C’è già qualcosa di pronto per il successore di “Das Kapital” o vi state dedicando solamente alla promozione live?
Live sempre e comunque. La dimensione Live è quella che più ci gratifica, comunque ad agosto saremo di nuovo in Svezia con Pelle, il nostro produttore, per il successore di Das Kapital. Per tutti gli amanti delle sonorità più pesanti saremo ben felici di renere pubblico che i Node stanno sfornando il capitolo più bastardo della loro storia. As God kills… del resto il titolo la dice lunga…
Passerei all’ argomento Scarlet, se per voi non è un problema, visto che all’ etichetta lavorano Botti e Di Salvia… due domande, la prima è questa… non trovate che l’ etichetta a release ottime, superlative a nome Invocator, Node, Necrodeath, Aborym, The Provenance, e di altri ancora, abbia accostato un po’ troppe release dozzinali che ricalcano il Thrash melodico della Scandinavia? Pur considerando che i Defaced o i Terror 2000 hanno fatto vedere buone cose, in casa Scarlet, su quel filone…
Beh, ora ne io ne Daniele siamo piu’ parte della Scarlet… Le decisioni della label di produrre dischi (compresi i nostri) di un certo filone artistico non è roba che ci compete. Posso solo dirti che Scarlet avrà avuto i suoi buoni motivi per realizzare tale scopo. Noi abbiamo apprezzati molto i lavori delle bands da te citate e auguriamo il meglio a loro con l’ etichetta. Questo è tutto.
Seconda domanda: novità dell’ etichetta, prossime release?
Nel dettaglio non ti so dire più nulla visto che ho deciso di andarmene per motivi personali. Credo che neanche Daniel possa fornirti spiegazioni dettagliate sulle prossime release. Invito comunque tutti gli interessati a controllare il sito www.scarletrecords.it , dove è riportato tutto alla grande!!!!!!
Siamo a fine intervista, di’ pure quello che vuoi ai lettori di MetalManiacs…
Grazie Marco per lo spazio concessoci e un saluto a tutti coloro che ci seguono e ci supportano. Ogni sforzo è per voi!!!!!!! – www.node.it – Check it out men!!!!!!!!!!!!!!

Marco Di Salvia

Marco Belardi