Necronomicon – Construction of evil

I Necronomicon sono sostanzialmente una cult band di bassa lega, rea di non esser mai, e sottolineo mai riuscita a sfondare in un periodo in cui, in Germania, ci riusciva chiunque. Tanto per portare un esempio a caso, gli Holy Moses vengono oggi spesso elevati a chissà cosa quando in realtà, negli Eighties, al buon “New machine of Liechtenstein” non affiancarono altro che i due discreti primi album, oltre ad una serie di fallimenti totali ancora oggi non ultimata. E così fanno i Necronomicon, copiando spudoratamente lo stile dei Destruction di “Infernal overkill”, sia per quel che concerne le linee vocali di Freddy, letteralmente portate via al miglior Schmier seppur con accenni al più cupo dei Mustaine in “Hard pain”, sia per lo stile chitarristico in generale. Non mancano poi accenni al Power/Thrash degli Headhunter, ma tanto sempre di Schmier si parla, ai Venom dell’ era Cronos in “Alight” e “Paralizer”, ai Sodom in “Insanity” ed ai Testament “melodici” in “Hills of Dead”, dove Freddy si diverte a fare il verso a Chuck Billy al cospetto di un riff che sfiora il plagio a metà fra “Down for life” e la storica “Electric crown” di “The ritual”. Aggiungete una sorta di Thrash punkeggiante presente in “Fireball”, degno dei Tankard meno ispirati, molto Speed Metal, scopiazzature torrenziali, ed avrete ottenuto “Construction of evil”. Cari metallari, se il futuro del Thrash Metal è nelle mani di gente come i Necronomicon, siamo davvero messi male. Nota a margine: l’ opener “Stormbringer” vale almeno un ascolto…