Nargaroth – Prosatanica shooting angels

Come spesso si usa dire, mai dire mai. Sì, perché trovarsi all’uscita di un disco in cui la parola maggiormente utilizzata è Satana ad un anno di distanza dal bellissimo concept sulla pioggia “Geliebte des regens”, mi obbliga a fare il mea culpa per aver sbandierato nella scorsa occasione la presunta maturità di un artista affermato come Kanwulf. Tutto si può dire della one-man tedesca, tranne che sappia portare avanti un filone musicale che rispetti la benché minima logica; se il precedente lavoro, seguace della corrente depressiva oggi in voga, poteva sembrare un nuovo punto di partenza dal quale attingere per i futuri lavori (cosa che sarebbe stata auspicabile visti i responsi positivi), la realtà porta invece all’ennesimo dietro front che strizza l’occhio all’old black metal incalzante e grezzo. I riff emozionali di “Amarok” o le atmosfere ricreate con “Geliebte des regens” lasciano spazio alla ruvidità di brani semplici da capire ma anche banali e spesso ridicoli, senza dimenticare gli episodi riempitivi come l’inappropriata intro “Love is always over with ejaculation” (più consona ad un band brutal/grind) e i penosi intermezzi “Thinking below the ocean” e “The dark side of the moon”. L’unica cosa che rapisce di “Prosatanica shooting angels” è la splendida copertina, il resto è su livelli pienamente insufficienti a parte qualche cosa ripresa dalle buone “Hunting season” e “I bring my harvest home”, poste in chiusura. A Kanwulf farebbe bene un bel periodo di pausa per fare il punto della situazione e per schiarirsi le idee, ciò che viene fuori da questo disco è un insieme di idee buttate là solo per veder incrementata di un’unità la già nutrita discografia; non ci sono tracce né di cuore né di cervello. Uno scivolone vertiginoso rispetto a “Geliebte des regens” che ridimensiona la stima che nutrivo nei confronti del leader tedesco, sia musicalmente che per quanto riguarda le lyrics, più consone a ragazzini neo-anticristiani e inglobate al 90% delle tematiche ridicole che caratterizzano il black metal. Non ci vuole molto ad uscire dalla massa, non è indispensabile partorire dischi a ripetizione e scrivere testi con le solite due/tre parole chiave per fare della buona musica. Anzi…