Mudvayne – The beginning of all things to end

Tutti hanno sempre pensato: “I Mudvayne sono una band di merda che
copia gli Slipknot, che per culo ha conosciuto il clown che volenterosamente li ha aiutati nell’esordio..”.. beh… SBAGLAITO!! Il disco in questione e’ composto da 11 traccie 8 delle quali rappresentano i mudvayne pre-DIG e compagnia estrema: viene in pratica riproposto il primissimo ed introvabile album dei 4 mascherati…
Cosa ci troviamo davanti??? Lo definirei un genere impazzito che schizza death da qualche poro e che prova ad essere realmente intellettuale in pause piu’ psichedeliche, dove gli arrangementi diventano piu’ blandi e i tempi meno serrati.
Lasciando stare una diversita’ di suoni, meno elettronici e compressi di LD50, la band mi stupisce nuovamente per le capacita’ tecniche e compositive: molti potranno considerare la band “piatta ed incapace” ma Kud e compagnia ci provano e ci riprovano suonando qualcosa di perlopiu’ violento e pre-numetalleggiante assemblando i pezzi in maniere intricate
e inusuali. Il cd non contiene it o ritornelli alla “dig” e’ un lavoro piu’ grezzo,
meno rivendibile e mi lascia incuriosito il fatto che quando li vidi
dal vivo non proposero nulla di “vecchio”… che vogliano cancellare le
origini? mah. Ora arriviamo ai punti deboli: il cd non mi colpisce eccezionalmente,
il mudvayne-style e’ lo stesso di ora anche se in “the beginning of all things to end” e’ meno patinato, e rimane perlopiu’ un modo da parte della band di dire: “Hey, restate sintonizzati che presto torniamo!”. Ok, ascoltiamocelo se siamo appassionati di LD50, che personalmente ho rivalutato parecchio, ma evitiamolo se ci aspettiamo una band totalmente diversa da “dig”. Da evitare totalmente i due remix di Dig che onestamente mi annoiano e non aggiungono null’altro che non sia gia’ stato detto con la versione originale, mentre e’ da notare la traccia finale”LD50″ che dura 17 minuti e che ha l’intenzione di introdurre al delirio dell’album prodotta dal clown…Aspetto il prossimo lavoro con positivita’.