Chiamatelo grind, brutal, horror death, gore; chiamatelo come volete ma i Mortician sono e saranno sempre i Mortician. Ascoltare i dischi della band statunitense vuol dire immergersi in un bagno di sangue che non deve piacere o meno, significa volersi coibentare dal mondo per passare minuti fuori dall’ ordinario, vivere nel marciume di un vecchio film horror ed esserne il protagonista, consapevole di poterne uscire quando si vuole. Amareggiato per la mediocre esperienza di “Darkest day of horror” e dopo un anno passato a sgorgare lacrime nostalgiche nel riascoltare un certo “Chainsaw dismemberment”, il momento della verità mi si ripresenta alla soglia di casa: “Re-animated dead flesh” ha bussato alla porta e la mannaia è nuovamente pronta a lavorare a tempo pieno. Inutile dire che le novità non sono bene accolte in casa Mortician, così tra tematiche splatter, intermezzi recitati di scene horror, produzione impastata e ripudio della melodia, il marchio di fabbrica è assicurato e la paura di vedere abbellimenti nel sound è sventata. La voce cavernosa di Will Rahme fa da contorno ad una musica che alterna stacchi brutal/death lenti e marcati ad accelerazioni grind epilettiche come da copione, mentre dal canto loro i brani si impegnano a lasciare il segno in modo più accentuato e riuscito che in “Darkest day of horror”. Il quinto full-lenght della band è infatti meno sfuggevole del suo predecessore, i riff sotto i quali soffermarsi a battere testate contro il muro non mancano e il lavoro scorre via marcio, diretto e brutale. Sembra comunque chiaro che i tempi passati siano rimasti un lontano miraggio: anche se “Re-animated dead flesh” si fa apprezzare, riuscire ad unire putrescenza a bellezza di ogni singolo brano accade solo quando le viscere sono nel pieno della loro freschezza e la malattia mentale raggiunge il culmine; quello che viene dopo, pur continuando a far male, resterà comunque frutto di cervelli che hanno già partorito il male e si trovano pian piano a ridimensionarsi tendendo alla normalità. Quando si parla di Mortician non si può consigliare o meno l’acquisto di un album, chi conosce la bestia ed ama le sue carneficine sarà in fila per entrare nel negozio il giorno stesso della release, pur sapendo di non ritrovare un disco ai livelli dei primi lavori; tutti gli altri continueranno a vederla come un’accozzaglia di rumori che chiunque riuscirebbe a comporre. E’ un peccato che in pochi capiscano l’arte dello smembramento.