Monster magnet – Monolithic baby

Non mi ritengo un fanatico degli ultimi Monster magnet, preferendo infatti alle pur discrete prove offerteci in “God says no” e “Powertrip”, il dinamismo e la ricercatezza del capolavoro “Superjudge”. Ma quei Monster magnet, assoluti pionieri dello Stoner Rock al fianco di Kyuss, Orange Goblin e Fu Manchu, non appartengono più a questo mondo: oggi, la band di Dave Wyndorf punta sulla ritrovata semplicità, riferendomi al fatto che in “God says no” avevano sperimentato altre direzioni stilistiche, senza però centrare minimamente l’obiettivo, e ci offre brani dal fascino squisitamente Rock ‘n’ Roll come “Slut machine”, scommettendo tutto su di una produzione sporcata rispetto a quella del succitato “God says no”, ed in un certo senso innescando la retromarcia per tornare parzialmente ai tempi di “Powertrip”. Ma con qualche passo in avanti, arricchita la vincente ricetta con brani irriverenti, e che molto probabilmente in sede live infuocheranno le platee ben più di quelli di ogni album in passato realizzato dalla band del New Jersey. Si, perchè eccezion fatta per “CNN war theme”, guarda caso costruita su atmosfere orientaleggianti che si ergono dall’ uniformità di cui “Monolithic baby” è permeato, e per le due cover presenti in scaletta (soluzione che non è affatto una novità per i Monster magnet), di mostri sacri come Gilmour e Calvert, rispettivamente membri storici di Pink Floyd ed Hawkwind, i restanti brani di questo platter risultano essenziali, diretti e dannatamente energici. Heavy/Rock divertente, gagliardo, cantato da un Wyndorf sopra le righe e rafforzato da linee strumentali che non saranno curate nel dettaglio, ma che forse proprio per questa mancanza di ferrea attenzione nei confronti dei minimi particolari, dispongono di un’ efficacia e di una spontaneità incredibili. Inutile, francamente, sarebbe stare a spulciare il disco brano dopo brano: ascoltare tutto d’ un fiato, dunque, e sebbene una certa mancanza di longevità impedisca a “Monolithic baby” di affermarsi come l’ ennesima perla della discografia di questa fenomenale band, i supporters di Wyndorf e soci possono tranquillamente andare sul sicuro ed estrarre il portafoglio dal taschino.