Midnight forces – Raystorm

Non appena ho ricevuto il promo dei Midnight forces, non ho potuto fare a meno di rimanere strabiliato dal fantastico artwork sul quale questa band si è appoggiata: una miriade di colori formano l’emblematica figura del sinistro angelo presente in copertina, il booklet si presenta curatissimo, seppur sprovvisto – perlomeno nella versione promo – dei testi della band, ma carico di citazioni dalle singoli canzoni, ringraziamenti e colori di sfondo settati in maniera semplicemente fantastica. Il tumulto di meraviglia che mi ha investito, però, si è soffermato sull’artwork, in quanto la proposta musicale dei Midnight forces ha fatto tutto ciò che era possibile tranne che sbalordirmi particolarmente. La band suona un power metal piuttosto canonico che inceppa, innanzitutto, in un ostacolo grave come quello della produzione: registrazione cristallina, ma una batteria probabilmente – perlomeno nelle linee di cassa- triggerata e sin troppo fredda, e soprattutto uno scempio totale sui suoni, ricoperti dalla folta presenza delle tonalità basse e quasi disturbante sotto certi frangenti, in quanto questo fattore non fa che infierire mortalmente sulla resa della sezione melodica – volutamente e canonicamente messa in primo piano dal quintetto italico, ma annichilita da ciò. Sinceramente, si tratta della prima produzione griffata dal nome di Christian Ice all’interno dei prestigiosi Temple of Noise dinanzi alla quale mi trovo a commentare in pieno dissenso: speriamo si tratti di un mero incidente di percorso, poichè negare ad una band power metal un privilegio di toni alti giocando su sonorità cupe è un vero omicidio nei confronti di un genere che vive su queste basi. Valida la prova del cantante, Mauro Sarracino, il quale tende ad assimilare il proprio stile canoro a quello di Morby (Domine) – fasi acute escluse – nelle parti più veloci per poi tendere a riacquistare personalità soltanto nei momenti più lenti del lavoro, fra cui sottolineo la splendida interpretazione messa in atto su “Black horizons”. Il resto scorre su piani standard, in quanto il power proposto dai cinque non si discosta da quanto la scena italiana, nel settore, abbia detto negli ultimi cinque anni, Athena su tutti. La produzione toglie almeno un punto e mezzo al plausibile risultato finale, in quanto le linee di chitarra sono vive e presenti solo nella solistica di Fabrizio Moretti e Gabriele Tolu, mentre le sezioni ritmiche sono completamente – o quasi – assenti a favore di un basso onnipresente e di una batteria peraltro mal mixata ed avvertibile solo in occasione di alcuni dei suoi elementi (ride e rullante su tutti). Non me la sento di infierire molto su di un lavoro come questo, in quanto andrebbe maggiormente redarguita la pessima esecuzione correlata alla volumistica ed al mixing generale, sebbene “Raystorm”, in qualità di disco power, non proponga affatto pezzi in grado di sbalordire o di rimanere impressi nella testa dell’ascoltatore a dispetto delle recenti ed ottime prove di Mesmerize e Domine. Buona “Dark Lords of sidereal nights”, dove gli intrecci solistici propongono ottimi influssi progressive, e dove i leads di chitarra fanno finalmente il loro primario gioco di valore assoluto: la band, però, tende troppo ad assestarsi su sezioni ritmiche sin troppo statiche, cambiando raramente il tempo nel corso delle song, e rifiutando spesso accelerazioni degne di un aumento del pathos generale che dovrebbe avvolgere, normalmente, un lavoro di questa caratura, che invece trova buoni risvolti solo sul piano tecnico, lasciando a desiderare in espressività e capacità di coinvolgimento. Buoni i soventi rallentamenti, finalmente capaci di emozionare almeno in parte, ma il resto è ordinaria amministrazione, sulla quale i Midnight forces dovranno trovare un giusto dosaggio compositivo per ottenere maggiore credito e personalità, uscendo dai canoni medi del power e da proposte che oramai sin troppi gruppi si prendono in prestito a vicenda.