Attivi dal 1996 e autori di tre prove anteriori a “Recursive”, i Methedras si presentano con un biglietto da visita davvero ottimo, tanto più se consideriamo che la loro vincita al concorso “Battle of Metal Bands” (indetto dai colleghi di Metallus) li ha portati a suonare addirittura al Wacken svoltosi nell’Agosto appena passato. Tale prestigioso curriculum trova comunque conferma nellà bontà della proposta di questi cinque ragazzi: un Thrash Metal che, pur fedele allo stile di gruppi statunitensi come Exodus e Testament (“The Gathering” docet…), sembra incorporare influenze leggermente eterodosse che si concretizzano in momenti riflessivi o passaggi più melodici che spezzano l’assalto delle songs, donando a “Recursive” una sempre ben accetta varietà compositiva. La potenza sfrenata la fa comunque da padrona, con grande gioia della cervicale di ogni headbanger che si rispetti, e tradisce una preparazione tecnica per niente dozzinale: grandi a tal proposito si rivelano i riuscitissimi solos di Eros, la prestazione alle percussioni di Carlo e la voce di Claudio, brutale ma sempre comprensibile e perfettamente controllata. Forse mancano quei ritornelli facilmente memorizzabili che garantiscono un impatto devastante anche al primo ascolto ma, nonostante ciò, i Methedras dimostrano di sapere il fatto loro in sede compositiva, e tracce validissime come “Time To Die”, “My Iniquity Whirl” o la opener “L.R.S” (grande la parte iniziale) stanno qui a provarlo. Certo, la completa maturità artistica ancora non è stata raggiunta, ma “Recursive” riesce a mettere in mostra un’altra discreta realtà che si affaccia nel sottobosco nostrano. È sempre un piacere ascoltare e recensire lavori come questo: complimenti, continuate così…