Merendine atomiche – Intervista a Luca Cerardi (drums)

Ultima grande novità del Thrash metal italiano, ancora ben lungi dal rinascere al livello di scena nazionale, le Merendine atomiche, autrici del buon “Walk across fire” ove milita, in qualità di special guest, persino Jeff Waters degli Annihilator!

Intervista a cura di: Marco “Dark Mayhem” Belardi

Ciao ragazzi. partiamo subito da uno dei punti cruciali relativi alla vostra band: il monicker. Come avete scelto di dare alla band un nome così particolare?
Perchè ci rappresenta in pieno. Lo scegliemmo su proposta di uno dei nostri ex bassisti nel 1996. La band esisteva già da un anno ed era senza nome, anche se ci facevamo chiamare “Vanishing wizards”. Una sera ognuno portò la sua proposta e questa piacque a tutti. Il significato che contiene è anche quello che eravamo e siamo. Abbiamo preso le merendine, che ricordavano la nostra infanzia, come cosa dolce e simpatica e la bomba atomica, come la cosa più terribile, e li abbiamo uniti. Le cose più dolci e più piccole e quelle che sembrano innocue, se vogliono una cosa, possono raggiungerla ed essere esplosive tanto quanto una bomba atomica. E’ solo questione di volontà, sacrificio e resistenza agli avvenimenti avversi che sicuramente capiteranno. Anche oggi più che mai vale questo per noi e questo è il significato del nome. In più c’era anche la volontà di non avere sempre i soliti nomi altisonanti inglesi che un po’ s’ assomigliano tutti e infine mantenere, almeno nel nome della band, le nostre radici nazionali.
“Walk across fire” gode di una produzione svoltasi nei famosi Sunlight studios. Come siete giunti ad avere a disposizione uno studio così rinomato?
Nel 2001, prima della partenza per il Canada, abbiamo conosciuto una band di Milano che suonava death metal: gli Horrid. Loro sono stati la prima band italiana ad avere registrato in Svezia ai Sunlight. Si creò un ottimo rapporto e suonammo alcuni concerti assieme. Nella decisione di quale studio scegliere saltò fuori, quel giorno, la proposta di uno di loro: “Perchè non andate anche voi in Svezia?”. La proposta lì per lì cadde nel nulla, nel senso che la Svezia… insomma, non è dietro l’angolo. Poi una sorta di entusiasmo ci pervase, l’idea di una grande esperienza di vita, di crescita sia musicale che personale ci prese completamente e grazie a loro contattammo Mr. Skogsberg. poi fu solo questione di tempo e volammo ai Sunlight. E come l’avevamo pensata è stata. Una esperienza unica e impensabile. Qualcosa che ci rimarrà per sempre, nonostante non sia il risultato massimo che volevamo (sarà che un musicista poi vuole sempre di più). Se tornassi indietro lo rifarei altre mille volte.
Jeff Waters e Anders Lundemark, rispettivamente leader degli Annihilator e singer dei Konkhra, sono gli ospiti d’onore sul disco. E’ stato difficile entrare in contatto con loro?
Tse, difficilissimo. Molto di più con Jeff Waters. Con anders è stato relativamente facile. I Konkhra in passato registrarono un album ai Sunlight. Tomas Skogsberg contattò Anders Lundemark e parlò di noi, poi io riuscii a trovare il contatto diretto e lui volle un cd per ascoltare l’album vecchio. Gli piacque e decise di aiutarci. Più complicata fu la vicenda Waters. Per varie vie riuscii ad arrivare al suo managment europeo. Loro vollero il nostro cd da ascoltare. Dopo averlo approvato mi diedero il contatto di Jeff Waters, ma anche lì dovevo mandare a lui il vecchio “The holy metal”. Se gli fosse piaciuto ci avrebbe contattato, altrimenti no. Un giorno del gennaio del 2002 mi chiamò. Fu l’ inizio di un sogno trasformatosi in realtà sulla canzone “Game over” un anno e due mesi dopo.
Il vostro passato discografico segnala la produzione di un EP e svariate partecipazioni a compilation o tributi. Quello che avete realizzato nei riguardi dei Metallica è l’esempio più lampante: in che momento avete cessato di essere una loro cover band, e cosa vi ha spinto a farlo?
Quello che ci spinse a diventare una cover band è stato il non buon riscontro del primo demo nel 1998 e della conseguenza fine per un giorno del gruppo a marzo di quell’anno. Quando riprendemmo iniziammo da zero. Volevamo voltare le spalle al passato a livello emozionale, cioè, dalle delusioni con le persone che ci erano state vicine. Per dare un taglio netto decidemmo anche di lasciar perdere la musica nostra e ripartire dalle covers. All’ inizio suonavamo di tutto, ma lo facevano anche altre milioni di bands. Ci accorgemmo che il nostro denominatore comune erano i Metallica, e così nel luglio del 1998 iniziammo a fare la cover band dei quattro cavalieri. Nel 1999 suonammo ovunque in Veneto e a fine anno registrammo un tributo ai No brain studios di Venezia. Nel 2000 suonammo un tour nel nord Italia con solo covers dei Metallica e diventammo tribute band ufficiale italiana grazie al fan club per quell’anno, assieme ad un’altra band fiorentina: i Metal militia (anche se ora, non so perchè, lo stesso fan club smentisce il tutto…nonostante il contratto che firmammo). A fine di quell’anno, per divergenze con il fan club (ci eliminarono per motivi ancora da noi sconosciuti con un comunicato a dicembre del 2000 che aveva motivazioni incomprensibili) lasciammo questa collaborazione e nel frattempo uscì già “The holy metal”, per cui suonammo Metallica e musica nostra. Nel 2001 fummo tra le migliori 15 tribute bands al mondo e continuammo nel riproporre Metallica e Merendine atomiche fino a fine del 2002, quando finimmo il 2° tour italiano partito a fine 2000. Dal 2003 i Metallica non sono più nella set list e ora si trovano solo canzoni dei Merendine atomiche. Penso che rifaremo qualche cover, ma di svariate bands per allungare lo show che ora è di un’ ora e mezza. Vogliamo portarlo a quasi due ore. Comunque da inizio 2003 non siamo più una delle loro tribute band.
I Metal militia, a questo punto, sono la cover band italiana dei Metallica più rinomata. Che opinione avete di loro?
Non ho nessuna opinione. Ce l’hanno i fans. Dico solo che in quel 2000 esistevano due tribute bands ufficiali e che partecipammo assieme anche a delle convention con il fan club. Ci fecero mille promesse, ma quella che a noi più piaceva era che un giorno avrebbero organizzato un contest a milano in cui i fans avrebbero scelto la migliore tra le due. Noi eravamo d’accordo perche’ ci sembrava la cosa più giusta. La gente avrebbe scelto e chiunque fosse stato sarebbe stato giusto. Finì che ci tolsero dal fan club con delle argomentazioni ancora non comprese da noi e quel contest non si fece mai. Ora noi abbiamo seguito la nostra via e la nostra musica che amiamo e non ci interessa più quel titolo, ma al tempo non trovammo giuste alcune loro scelte. Questo è quello che penso, che se ci deve essere una tribute band ufficiale la deve scegliere la gente.
La produzione è stata effettuata in studi di registrazione molto famosi, ma nonostante ciò non gode di suoni molto puliti. E’ stata una scelta voluta oppure ciò è dovuto a problemi di tempo o di budget?
Vedo che qualcuno finalmente ci arriva. Ci è stato recentemente detto da un giornale che l’album non compete con le uscite internazionali. Beh, primo l’abbiamo registrato proprio all’estero come suoni, secondo è effettivamente un problema di budget e di tempo. Per “Walk across fire” abbiamo avuto pochissimi mesi per crearlo da zero e dei termini ben precisi per farlo uscire. Ciò ha inciso su tutti gli aspetti dell’album, che comunque, per il tempo e budget avuti ritengo ottimo e il massimo che i Merendine atomiche potessero fare. Ovvio che con 50 mila euro di budget e tempo a disposizione le cose sarebbero state diverse.
Anche i Necrodeath hanno inciso alcuni dischi all’estero, ottenendo suoni splendidi ma perdendo il feeling thrash che avevano mantenuto fino al 1989. Adesso, purtroppo, i loro suoni sono troppo simili a quelli delle band swedish death, anche se la qualità dei loro dischi è rimasta piuttosto alta. Che ne pensi del loro recente operato?
Sinceramente non ho dischi dei Necrodeath. Ho suonato con loro lo scorso anno pero’. Ti porto la mia esperienza personale. Dei professionisti, sanno il fatto loro e li stimo come band. A livello di musica a me personalmente non piace, non penso sia thrash e ti do’ ragione quando dici che sono molto più vicini a sonorità death svedesi che al thrash metal sia dei 80ies che dei 90ies,.ma quello che fanno indipendentemente dai gusti è fatto molto bene e live sono grandi.
La scena thrash italiana, molti anni fa si distingueva per l’operato di band come Headcrasher, Deathrage, Braindamage, Necrodeath, Bulldozer o Nuclear simphony. Adesso, praticamente non ne rimane nulla. Che ne pensi?
Che la colpa sta anche nell’ambiente heavy italiano. C’è poco supporto, molto internazionalismo. E’ sempre meglio una band che viene dallo Sri Lanka che una italiana di casa, poi se ha il nome italiano non ne parliamo. Lo trovo abbastanza assurdo. Così al mondo esisteranno sempre e solo bands americane, tedesche, svedesi, i generi saranno il thrash Bay area, il black norvegese e il death svedese, noi, capre, staremo sempre dietro a dire si, sempre e solo agli altri. vorrei tanto che mi spiegassero il perchè.
In Italia, invece, il power metal ha raggiunto livelli di vendite più che buone, pur contando che in altri campi abbiamo band valide come Novembre o Klimt 1918. che opinione hai del metal nostrano?
A livello di bands ce ne sono tantissime veramente brave e mi piacciono molto ma se non hai gli spazi, puoi essere dello stesso livello dei mostri sacri che non ti da’ un Penny nessuno. Per un paese come il nostro e con le capacità che hanno le bands italiane (non esenti da colpe) non hanno un giusto spazio e soprattutto non ce l’ hanno tutti. i metri di giudizio e di scelta non sono basati sulla meritocrazia. Con questi presupposti una persona che ascolta musica e non conosce l’ambiente non potrà mai sapere chi sono le bands veramente valide e quali invece no.
Siete supportati dalla Deadsun. Come siete entrati in contatto con quest’ etichetta, e soprattutto quali sono le etichette italiane che a tuo avviso stanno lavorando meglio?
L’ etichetta è una delle tante a cui abbiamo mandato il vecchio promo. Tra le proposte scegliemmo loro per la libertà che avevamo, per la semplicità e per le ottime persone che sono. secondo noi in qualsiasi cosa bisogna essere una squadra. volevamo una etichetta che ci avrebbe supportato, ma che fosse stata umanamente vicina a noi. La deadsun lo è, anche se non è grossa. Per quelle italiane non sono mai stato in contatto con nessuna, a parte la No brain, con cui lavorammo per “The holy metal”. Non ho giudizi.
Il vostro background sembra legato molto al thrash americano, settore che in questo periodo ha visto la reunion di molti gruppi importanti come Heathen, Nuclear assault e tanti altri ancora. Secondo te, perchè tutto così all’improvviso, dopo tanti anni di buio?
Non lo so, credo che tutto abbia un ciclo. Sinceramente quello del thrash cmq non tornerà come un tempo. Ci sono tante cose a suo sfavore. Le bands storiche, o sono morte, o non fanno più quel genere, o lo hanno modificato. Le bands che emersero negli anni ’90 sono sparite oppure non hanno più la capacità di produrre album mostruosi, in più diciamo che il mondo è diventato puro business e il thrash oggi non fa una Lira.. Pardon, un Euro. In più il thrash l’ hanno ammazzato già qualche anno fa. Quasi non viene nemmeno più menzionato eppure ha dato i Natali a molti generi che poi seguirono. Non so perchè è stato così martoriato. Una delle cose che potrebbero fare cambiar tutto sarebbe un album veramente thrash dei Metallica. Allora lì, seguirebbero tutti il trend e molti dovrebbero tornare indietro con le loro sentenze di morte. ma ho la seria impressione che non accadrà mai.
Dicci tutto quello che il futuro prossimo ci riserverà da parte vostra…
Ci son tantissimi progetti. Ora stiamo promuovendo l’album. Questo ci porterà in diversi posti in Italia. Per ora abbiamo date fino a giugno ma poi riprenderemo con una massiccia campagna a settembre prima del 2004, che dovrebbe essere il fatidico anno che ci porterà in giro per il mondo. Stiamo lavorando alacremente per un tour euro americano e per americano intendo tutto il continente. E’ un grande sogno e un grande sforzo di vita perchè dovremmo lasciare tutto. Ma questo è un sogno che dura da più di 10 anni e se andrà in porto sarà il più grande risultato della nostra vita sia come persone, come amici, che come musicisti. Poi c’è il nuovo album. Abbiamo imparato tanto da “Walk across fire” e chissà cosa ci riserverà il futuro. Quello che è certo che ce ne sarà un altro a cui fra poco inizieremo già a lavorare perchè stavolta di tempo ne abbiamo e vogliamo sfruttarlo al massimo.
Per chiudere l’intervista, hai qualche parola da riservare ai lettori di MetalManiacs?
Beh, primo dico grazie a voi che ci avete dato voce. Ne avevo bisogno dopo alcuni avvenimenti che mi hanno letteralmente fatto girare in questi giorni e a cui non posso ribattere perchè siamo meno “potenti” di altri. Poter parlare quindi in una intervista così per me è stato fondamentale e ti ringrazio ancora. Vorrei ringraziare tutti i nostri fans che ci seguono da anni. Noi suoniamo non solo per noi stessi ma anche per loro, le loro lettere, mail e urla sono la nostra linfa. Grazie ragazzi! Ci vediamo on stage e per far festa. Visitate il sito e scrivete nel guestbook. www.merendineatomiche.com – Ciao e grazie ancora a MetalManiacs. Un ringraziamento anche a Simone degli SKW per la disponibilità e per la divertente mezz’ ora di intervista su Kristall radio del 10 aprile. Se leggi questa intervista… T’ aspetto per far festa a Padova! Ciaooo.