Manowar – An american trilogy

Sinceramente, di “Warriors of the world” se ne è parlato molto, sotto certi frangenti sin troppo. Il nuovo disco dei Manowar, un lavoro dalla qualità decisamente alta e – a mio parere – superiore a quella espressa sul precedente e dispersivo “Louder than Hell”, ha scosso i cuori dei Die Hard metallers come un terremoto dalla gradazione insostenibile, andandosi ad inculcare fra le migliori uscite di un 2002 che, eccezion fatta per il ritorno al galoppo del miglior Heavy Metal, non ha proposto tante novità di rilievo quante ce ne aspettavamo. Tuttavia, Nuclear Blast ha effettuato – e per questo è degna di applausi – il colpaccio, accaparrandosi una delle prolifiche metal band attive, e portandola nuovamente su livelli più che alti grazie ad una promozione – quella che ha accompagnato il disco – sufficientemente degna del nome dei Manowar. Ma ciò che ruota attorno a questo disco ha del claustrofobico: “Warriors of the world united”, “Call to arms”, “An american trilogy”, tre singoli di cui uno – quello della seconda song citata – ancora in cantiere, tre diversi episodi che rappresentano svariate facce di “Warriors of the world”. Se il primo era servito a creare un elemento che fungesse da apripista per il full lenght, e se “Call to arms” farà ardere i cuori dei fan più accaniti grazie alla presenza di due song inedite (unica ragione per cui il singolo sarà veramente efficace), sono costretto a manifestare un certo disappunto nei confronti di questa release. “An american trilogy” contiene infatti dodici scarsi minuti di musica, fra cui si segnalano peraltro la title-track (un pezzo creato per tributare Elvis Presley che tutto incarna tranne che l’anima metallica e guerresca dei Manowar), l’anomala “The fight for freedom”, ed il rinomato “Nessun dorma”. Un singolo che, in definitiva, raccoglie tutto ciò che l’anima meno standardizzata e canonica della band ha saputo conferire a “Warriors of the world”, ma allo stesso tempo un’uscita che non posso assolutamente consigliare a qualsiasi acquirente. I collezionisti ed i fan di prim’ordine, naturalmente, sono esclusi. E se c’è ancora qualcuno che davvero “Warriors of the world” non l’ha sentito, non indugiate e partite proprio dal full lenght, non di certo un capolavoro assoluto, ma una grande uscita discografica Heavy Metal su cui puntare con assoluta tranquillità. Un’ultima nota di merito, forse – purtroppo – la prima riguardante questo singolo: presente una traccia multimediale contenente il videoclip della song del primissimo estratto singolo dell’album, ed uno screen-saver della band.