Malevolent Creation – The will to kill

Alzi la mano chi non è rimasto anche solo leggermente deluso dalla mediocrità di “The Fine Art Of Murder” e “Envenomed”, dischi tanto ben prodotti e ben suonati quanto carenti, piatti ed oltremodo dozzinali dal punto di vista compositivo. Alzi la mano chi non ha auspicato un ritorno dei Malevolent Creation ai fasti di lavori grandiosi come l’esordio “The Ten Commandments” o il velocissimo “In Cold Blood”. Beh, non so se Phil Fasciana abbia ascoltato le volontà dei propri fans o meno, ma fatto sta che “The Will To Kill” suona proprio come un riuscitissimo ibrido fra i due succitati capisaldi del navigato combo di Buffalo: l’aggressività squisitamente thrashy del riffing riscontrabile nel mai troppo lodato esordio si fonde assieme al pesantissimo suono di chitarra ed alla velocità assassina di “In Cold Blood”, col risultato che il disco che tengo tra le mani si candida ad essere uno dei tanti (grazie a Satana!) Death Metal-highlights di questo 2002, annata davvero eccellente per quanto riguarda l’estremismo sonoro. La premiata ditta Fasciana-Barrett si rivela da subito in grande spolvero, sfornando una quantità industriale di killer-riffs curati, distruttivi e floridiani all’ennesima potenza e viene sostenuta alla grande da una sezione ritmica quanto mai devastante composta, oltre che dal bassista Gordon Simms, anche dal nuovo drummer Justin Dipinto, più che degno sostituto del bravissimo defezionario Dave Culross. Tanto ben di Dio di band viene poi completato dal nuovo cantante Kyle Symons, già presente nel side project Hate Plow e dotato di una voce potente e graffiante al punto giusto, a mio avviso molto più adatta al suono dei Malevolent Creation rispetto a quella del galeotto (!) Bret Hoffmann. Anche il suono del disco è perfetto nella sua estrema pulizia e rende giustizia ad un blocco di canzoni che funzionano davvero bene e che, pur nella loro essenza Death Metal, si presentano ben composte e sufficientemente varie per riuscire a mantenere intatto l’interesse del malcapitato ascoltatore lungo tutti i quarantun minuti di cui si compone il prodotto in questione. L’assalto frontale della title track, non a caso posta in apertura, è un po’ il manifesto di presente e passato dei Malevolent Creation e sembra voler quasi dimostrare, nella sua tremenda irruenza, che lo scettro del Death Metal è sempre in mano alla vecchia scuola floridiana, una scuola che ha saputo inventare e mantenere in vita un suono ancora attuale e seguito da tantissimi irriducibili fans, semplicemente rinnovandosi e migliorandosi continuamente senza snaturare quel feeling primordiale che un bel po’ d’anni fa cambiò radicalmente e definitivamente la scena metal. Bellissime anche “Assassin Squad”, guarnita addirittura da un solo del sempre grande James Murphy e la velocissima “Burnt Beyond Recognition”, edificata su riffs fulminei, blast beats spacca ossa e linee di voce quasi anthemiche, perfette per poter essere digrignate in sede live. “The Will To Kill” in sostanza è un disco “puro”, ben fatto e tremendamente malvagio, un disco che nella sua grande semplicità d’intenti (vedi spaccare il culo a tutti) si presenta tecnico quanto facilmente ascoltabile e brutale quanto suonato con chirurgica perfezione. Potere della vecchia scuola…