Madder Mortem – Deadlands

I norvegesi Madder Mortem si dice in giro che facciano (o che abbiano fatto) Gothic Metal. Beh, a mio parere mai con grandi risultati . Però questo Deadlands è diverso. Diverso perchè chiaramente non è Gothic Metal, e se volessimo ascriverlo ad un genere direi che si tratta di una sorta di Heavy Metal con cadenze doom e suoni Nu-Metal. Ho usato il termine Nu-Metal non in quanto i Madder facciano qualcosa affine a Korn e simili, ma poichè in questo cd – in produzione – hanno usato suoni fortemente modernisti, un basso molto distorto, una batteria che colpisce e chitarre pesanti. E c’è da dire che questo disco ha una montagna di groove di discendenza Doom …. Nu-Doom? Boh! Di fatto l’opener (dopo l’intro) Necropol è trascinante : cattiva, pesante, con un basso in evidenza distortissimo e ritmiche sincopate. Groove a profusione, incedere deciso e spietato…e il cantato pulito e imperioso di Agnete crea con le sue linee vocali “aperture” verso suoni più acuti. Come atmosfere , direi che Deadlands è come un film Western ambientato in una città fantasma , dove non c’è più nulla, se non qualche pistolero solitario in cerca di avventure sul filo di uno sparo e mucchi di sterpi che rotolano nella polvere, uomini che si aggirano furtivi roteando gli occhi in attesa del prossimo pericolo. I suoni, infatti, sembrano tratti da una colonna sonora, attimi di tensione, suoni crudi e scelti con cura, teatrali, desertici: un basso invasivo, solitario e quasi ossessivo, l’atmosfera di desolazione, l’intro al limite della cacofonia di Rust Cleansing, la piccola punteggiatura di chitarra su Faceless, gli arpeggi su Distance Will Save Us, l’incedere lento e misterioso di Silverspine. E Agnete canta in uno stile lontano da quello delle “fatine goth”, molto più vicino a cantanti ‘più maschili’ (come ad esempio la singer dei Left Hand Solution o Monika Edvarsen degli Atrox), più bluesy, meno intimista, anche più glaciale, ma con linee vocali validissime che sanno librarsi verso l’alto (e la ricerca anche di più registri espressivi, anche un piccolo screaming). Urlatrice compostissima in Jigsaw, aggressiva ma composta in Necropol, riflessiva e più suadente in Rust Cleansing e Faceless, ipnotica in Silverspine. I termini giusti sono ‘glaciale’ e ‘desolato’…. le emozioni sono un po’ poche e molto fredde, tensione, un senso d’avventura, pericolo imminente … chiedere qualcosa di più sarebbe come chiedere calore ed emotività all’espressione cruda di Clint Eastwood, praticamente impossibile! Quindi un disco molto originale che esce dagli schemi, se fosse anche solo un po’ più divertente e più emotivo sarebbe perfetto (qua è una faccenda di gusti, io ad esempio ad un disco richiedo anche emozioni). Ottima la produzione!