I Lowdown sono una band norvegese la quale a dispetto della provenienza, che potrebbe far sospettare ben altro sound, e nonostante il face painting, suona un metal molto moderno anche se estremamente derivativo. L’estrema derivatività del sound è composta in parti uguali da richiami agli Slipknot (ecco, tra le altre cose, spiegati il painting e l’uniforme nera) con un sound rabbioso e ipercinetico e ai Coal Chamber, in quanto il singer Leo Moracchioli (sarà italiano?) è una copia spiaccicata di Dez Fafara nel suo modo di articolare le vocals livide e claustrofobiche. La musica è alquanto monolitica e compressa e non disdegna anche, tra le sue componenti, richiami ad un thrashone moderno in stile Pantera e primi Machine Head. Le composizioni non sono male (“Sixxth” e “Unknown” per esempio), si nota lo sforzo della band di comporre qualcosa di genuino e rimarchevole anche se a dirla tutta il risultato è piuttosto noioso, vuoi per la già citata derivatività della proposta, vuoi per un certo appiattimento compositivo che pochissime volte lascia spazio e respiro a composizioni che non siano il solito assalto frontale e spietato fatto di rabbia e livore. Sia chiaro che gradisco molto dischi di questo tipo, ma recensire è un’altra cosa e non posso che rimarcare le mancanze di questo disco che, pur godendo di una buona produzione ad opera di Zet dei Ram Zet (che presta la propria voce sulla conclusiva “Struggling”), non riesce proprio a spiccare il volo, tipo il secondo ascolto di fila. Io son riuscito in tale impresa, ma dubito che qualcun altro ci riesca. La prova del singer, però, come quella della band, è buona e certamente questi norvegesi col tempo potranno acquistare maggiore consapevolezza dei propri mezzi e un pizzico di personalità in più che, lasciatemelo dire, gli serve come il pane. In definitiva un prodotto che può essere di qualche interesse solo per gli appassionati del genere, per intenderci quelli che devono avere tutto, ma proprio tutto. Non mi sento di stroncare tale gruppo per mancanza di originalità (cosa difficile da reperire oggi), gli do’ semplicemente un’altra possibilità.