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Recensione
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Genere: Black Metal
Qualche mese fa, nella recensione della compilation “I fiori del male vol. 2”, riferendomi al brano “The ancient river” dei Legion of darkness presente in tracklist, dissi: “E’ difficile giudicare una band da un solo pezzo, ma se questi sono i livelli si può ben sperare per un futuro di soddisfazioni”. Con l’uscita del terzo lavoro autoprodotto della band siciliana non solo confermo il mio giudizio positivo nei suoi confronti, ma devo addirittura riconoscere che i livelli raggiunti oggi sono ben più alti ed ambiziosi dei canoni qualitativi spesso scarsi e immaturi che caratterizzano molti demo. “Cantus” è un viaggio di cinquanta minuti a bordo di un pagan black incredibilmente maturo e complesso che vi cullerà in modo del tutto naturale da ambientazioni epiche ad altre acustiche, tra screaming vocals e parti di voce pulita, intervallando la parte più estrema del black a momenti di evocativa melodia aiutati talvolta da tastiera e violino. Scordatevi quindi una produzione sporca e suoni ruvidi, il lungo e quasi maniacale lavoro di rifinitura per la realizzazione di “Cantus” è servito a creare un disco levigato e scorrevole come un genere così elevato artisticamente richiede. Ogni riff ha il suo perché e non si trova mai ad essere vuoto o nudo nella sua semplicità, un ricercato intreccio di note riempie in modo sinuoso ed armonico i sei brani presenti (compresi gli splendidi episodi acustici posti in apertura e chiusura), così da avvicinarsi alla complicata varietà di band come Taake e Deathspell omega ed alla maestrìa nell’unire odio e amore dei primi Ulver, Bilskirnir, Graveland e gran parte del pagan black più introspettivo ed emozionale. Unica nota dolente, oltre forse all’eccessiva durata dei pezzi, sta nell’uso della drum-machine al posto di una batteria vera, che pur essendo programmata bene al punto da renderne complicata un’eventuale esecuzione dal vivo, mette in risalto una sezione ritmica fredda e piatta, senza quel tocco umano che rende veri i suoni. Le capacità esecutive e la maturità nel songwriting sono elementi più unici che rari da trovare in una formazione giovane, è per questo che il duo formato da Flagellum e Lord inferos si presenta come un ottimo biglietto da visita alle quali le label non potranno sottrarsi. Sono pronto a scommettere che i frutti a lungo e con cura coltivati verranno raccolti da chi di dovere, giovando così anche al nostro panorama nazionale. Tra i migliori demo black degli ultimi anni. |