Anno di uscita :1983
Etichetta :Arista records
Recensita la versione in vinile Arista Records (AL8-8005), 1983
Tracklisting:
Side 1:
Headhunter
Eat the Rich
Screaming in the Night
Ready to Burn
Side 2:
Night Wolf
Stayed Awake all Night
Stand and Be Counted
White Din
Russian Winter
In pochi si ricordano di loro, ma l’ importanza che i Krokus hanno rivestito all’ interno della scena Heavy Rock dei primissimi anni ottanta è stata perlomeno pari a quella dei loro contemporanei colleghi d’ oltremanica Saxon! La ciurma capitanata dal pazzoide cantante Mark Storace (dotato di uno stile vocale che a tratti poteva ricordare quello del compianto Bonn Scott, entrò a far parte della band nel 1980 in occasione del quarto album “Metal Rendezvous”) proveniva dalla Svizzera ed era già attiva dal 1974! Il tanto sognato successo arrivò comunque con la pubblicazione del sopracitato Lp, ed i successivi “Hardware” (contenente la mitica “Easy Rocker”) e “One Vice at a Time” raggiunsero l’ oro prima in patria e a ruota in America! Nel 1983 i Krokus volarono negli States per scrivere i brani che sarebbero finiti sull’ imminente disco “Headhunter”, tutte canzoni composte dai membri storici Fernando Von Arb (Lead Giutar) e Chris Von Rohr (Bass & Percussion) che furono in seguito registrate al Bee Jay Studio in Florida. Il risultato fu un Lp clamorosamente incendiario, un disco Heavy Rock perfetto sotto ogni punto di vista che vendette negli U.s.a. più di un milione di copie raggiungendo il traguardo del disco di platino! “Headhunter” era composto da nove tracks una più bella dell’ altra ed all’ interno di esso era possibile ascoltare tutte le sfaccettature stilistiche che l’ Heavy Metal aveva fino allora offerto ai kids di tutto il mondo: la vorticosa Title Track (definita all’ epoca da un esaltato Beppe Riva “di gran lunga uno dei maggiori Dynamite R’n’R di questo 1983”) posta in apertura del vinile ad esempio, era un vorticoso fast “motociclistico” in grado di duellare con le contemporanee hit di Saxoniana memoria, mentre la successiva e più ritmata “Eat the Rich” esplodeva in un turbinio ad alto voltaggio all’ altezza del trascinante ritornello divenuto con il passare degli anni un autentico classico! “Screaming in the Night” merita un discorso a parte dato che è forse una delle più emozionanti rock ballad che abbia mai ascoltato. Nato per divenire un hit radiofonico di successo, “Screaming in the Night” è in realtà molto di più: si tratta di una song carica di pathos emotivo scandita magistralmente da un Mark Storace intento quasi a seguire le orme tracciate da storici vocalist come Ian Gillan…l’ emozionante refrain è autentica leggenda! La prima facciata di “Headhunter” era conclusa da un’ ultrametallica “Ready to Burn” affine al Judas Priest-sound di “Screaming for Vengeance”, nella quale (guarda caso!) Storace era impegnato a duettare con l’ H.M. God per eccellenza Rob Halford all’ altezza dell’ infuocato ritornello! Il turbo-drumming del nuovo entrato Steve Pace dettava il tempo della Saxoniana “Night Wolf” caratterizzata da un pirotecnico finale ad effetto, mentre “Stayed Awake All Night” era un rocker elettrico dalle tinte blueseggianti seguito a ruota da “Stand and Be Counted”, divertente ed efficace mix tra Saxon ed Ac/Dc; ma il vero capolavoro di “Headhunter”, il brano epico in cavalcata che come da copione era inserito in ultima posizione all’ interno della scaletta, era certamente “Russian Winter”, song introdotta dalla strumentale “White Din” e costruita su una base di terzine roboanti sopra le quali si stagliava la rauca voce di Mark Storace intenta nel ripetere in un crescendo di rara intensità, il mistico refrain “Run for Your Life…Run for Your Life…”!
Per supportare un album di tale caratura i Krokus partirono per un tuor mondiale da headliners che li vide prima protagonisti in America ed in seguito nelle più importanti città del vecchio continente. Una piccola curiosità da ricordare è che negli States, “Headhunter” fu curiosamente pubblicizzato come un album “dalle forti tinte A.o.r.”, cosa piuttosto strana dato che il platter in questione fu quanto di più granitico la scena Hard ‘n’ Heavy di allora potesse partorire!
RonnieJamesDaddo