Album d’esordio per il celebre e bravo cantante degli Stratovarius, Timo Kotipelto; questo Waiting for the Dawn è stato scritto quasi per intero durante i tour della band finlandese, durante le pause e durante gli spostamenti via bus. L’album è incentrato dal punto di vista lirico-tematico sull’era arcaica egiziana, e la copertina non può che essere la riprova di quanto detto. Il rifarsi all’era egizia e babilonese dovrebbe immediatamente farci saltare agli occhi dei predecessori illustri: I Rainbow e gli stessi Iron Maiden di album come Powerslave. L’influenza evidente di Waiting for the dawn, infatti è proprio quella dei mostri sacri dell’hard rock anni 70, con una spruzzata di heavy classico anni 80; oltre a ciò Kotipelto non dimentica di essere il vocalist degli Stratovarius e alcuni brani (anche se sono in minoranza) come Knowledge and Wisdom, si attestano su un gradevole speed-power. Tutto sommato Waiting for the Dawn è un album vario, non innovativo certo, non originale, ma molto piacevole, perché ben strutturato, ben cantato e suonato; soprattutto Kotipelto mi ha stupito (esattamente come m’aveva stupito anni fa dal vivo al concerto Stratovarius – Rhapsody – Sonata Artica) in positivo, perché si è dimostrato in grado di cantare anche su tonalità molto piu’ varie rispetto a quelle piuttosto granitiche degli Strato. Il cantante finlandese, dunque, merita un applauso, cosi’ come lo meritano la produzione ed i membri ‘illustri’ della band: Roland Grapow, Michael Romeo, Sami Virtanen, Mika Rantanen, Gas Jari Kainulainen, Mikko Harkin, Janne Wirman. All’interno di questo disco si segnalano l’ottima Beginning, l’oscura title-track e Arise, per il suo ottimo riff nella parte iniziale. Molto coinvolgente anche Beauty has come. Insomma, in un panorama power che continua a proporci ben poche novità, questo disco, malgrado manchi dell’originalità’ che potrebbe renderlo molto più degno di nota, si segnala per la sua varietà. Inoltre il pregio principale di Waiting For The Dawn è quello di poter potenzialmente piacere sia ai fans piu’ incalliti degli Stratovarius, sia agli amanti delle vecchie sonorità in chiave moderna. Ancora un ‘bravo’ a Kotipelto.