Korum – No dominion

E bravi quelli della Sekhmet Records… prima della recensione vera e propria mi premeva farvi i complimenti per il vostro nobil fine di riportare in auge un suono tanto colto quanto trascurato come quello del Techno Death Metal: tutto ciò vi fa onore, miei cari cugini d’Oltralpe, tanto più che le bands che la vostra piccola ma motivata etichetta può vantare si sono finora dimostrate capaci di proposte davvero ottime. Ma veniamo a noi: neanche il tempo di riprendermi dal bellissimo “Art Bleeds” degli italianissimi Gory Blister che già mi ritrovo a che fare con un altro valido combo di suddetta casa discografica. E’ infatti oggi il turno dei Korum, quartetto parigino che, in linea col concept della Sekhmet, ci propone un Death Metal assai brutale e velato di striscianti influenze Post-Hardcore (vedi alcune linee vocali), uno stile che ben si sposa con partiture strumentali articolatissime e dallo straordinario tecnicismo. In alcuni episodi vengono chiamati in causa addirittura i folli Dillinger Escape Plan ma, oltre a non voler mai prescindere da un’impostazione prettamente estrema, i nostri sembrano essere influenzati più che altro dall’ instabilità delle armonie della fusion per la composizione delle proprie contorte architetture musicali. No, non v’immaginate qualcosa che abbia a che fare con gli Atheist di “Elements”: nel caso di “No Dominion”, infatti, pur in mezzo ad una certa eterogeneità d’influenze, ci ritroviamo in un contesto di puro Death Metal, un contesto in cui i suoni alieni al genere si miscelano ad esso in maniera organica senza andare a concretizzarsi in quei repentini cambi d’atmosfera che spesso appaiono così fuori luogo. Forse la produzione avrebbe potuto essere un po’ più rifinita ma, a parte qualche episodio leggermente sotto tono (vedi la prolissa “Soars”), i Korum colpiscono nel segno e con “No Dominion” vanno a confezionare un lavoro valido ed ambizioso, potente e senza dubbio degno di ascolto da parte di chi, nella musica estrema, cerca qualcosa in più dell’ovvietà.