Konkhra – Intervista a Anders Lundemark (guitars – vocals)

Tornati sulle scene dopo una lunga assenza, i Konkhra di Anders Lundemark, band nota per la presenza passata in formazione del noto James Murphy (Death, Testament e Obituary su tutti…), si apprestano alla release di un nuovo disco con la speranza di bissare “Spit it or swallow” e l’ottimamente accolto “Weed out the weak”. La parola all’interlocutore…

Intervista raccolta da: Dark Mayhem

Hail Anders. I Konkhra sono una realtà del death metal sin dal lontano 1989. Ora, dopo tredici anni di carriera, cosa dobbiamo aspettarci dal vostro nuovo disco?
Beh, abbiamo avuto molte line-up diverse, ed ora abbiamo deciso di tornare – diciamo – i veri Konkhra, riformando la line-up di “spit” (si riferisce a “Spit it or swallow”, il disco che li ha fatti esplodere), e come risultato stiamo ottenendo alcune delle canzoni più tenaci ed incazzate della nostra carriera. Il Death metal è diventato velocissimo, talvolta persino inarticolato e noioso, ma ci sono ancora delle buone bands in giro. Non so se la nostra formula sia quella vincente, in un genere come questo, ma penso alla mia band come ad una band veramente pesante, che dà enfasi al songwriting e sfrutta le sue virtù per ottenere ispirazione e forza di comporre. Questo sin da quando abbiamo iniziato a suonare, e col prossimo disco non vogliamo suonare qualcosa che appartenga ad altri al giorno d’oggi…
I due nomi attorno ai quali i Konkhra ruotano sono “Spit it or swallow” e “Weed out the weak”, sicuramente i vostri due capitoli meglio riusciti. A mio avviso il primo dei due è nettamente superiore. Che il nome di “Weed out the weak” sia troppo legato a quello di James Murphy, che ha suonato con voi proprio su quell’album?
James non ha scritto molto su quel disco. Ha scritto i suoi leads ed un mucchio di singole parti, ma “weed” è stato scritto nella solita “vena” di “spit”, con la differenza del drummer, Chris, abitualmente un batterista hardcore. Confermo che ci fosse anche più materiale thrash, e che il disco suonasse meno “Konkhra”. Mi serviva inoltre un batterista che seguisse le parti di doppia cassa scritte, e per questo siamo giunti a Per su “Come down cold” (drummer di Invocator, The haunted ed Artillery n.d. Dark Mayhem). Avevo questa esigenza perchè non ho una visione molto melodica di ciò che intendo comporre… Johhny era un drummer ideale, sotto questo aspetto.
Appunto: che mi dici di Johnny Nielsen? Era un grande batterista, che è successo?
E’tornato recentemente, ci siamo riformati con la vecchia line-up, quella di “Spit it or swallow”. Ed abbiamo del materiale più maturo rispetto a quanto fatto in passato, stiamo scrivendo grandi canzoni come non c’era mai riuscito, in passato.
Tornando su James Murphy: quali sono le sue condizioni fisiche?
Beh, ha ancora i segni del tumore. Sta migliorando e penso che presto sarà nuovamente al cento per cento, ma ci sono ancora evidenti segni di ciò che il tumore gli ha lasciato e si vede benissimo che viene da un lungo periodo di ricovero. Sta iniziando a lavorare di nuovo, e so che presto sarà al lavoro come produttore…
Il metal danese, eccezion fatta per i nomi di King Diamond e dei suoi Mercyful fate o della tua band non è un paese popolarissimo in fatto di metal. Che dovrebbe ascoltare un italiano come me in fatto di band del tuo paese?
Io penso che qua ci siano delle grandi band, solo che non vengono supportate. Intendo dire che in Danimarca ci sono delle band che adoro ascoltare e che preferisco addirittura a quelle note norvegesi o svedesi, che circolano dappertutto senza una ragione apparente. Alcune di queste, che mi auguro esplodano in futuro, sono Corpus Mortale, Human Erupt (spero non si sciolgano prima della produzione del disco…), poi abbiamo gli eccellenti Exmortem, che hanno un disco in uscita per Osmose (suppongo venga prodotto al più presto, ma il singer non può lasciare la scuola e vive nell’altra parte del paese rispetto agli altri membri…), e molte band nu-metal. Credo rimarranno per molto…
Sin dal periodo con Mathiesen in formazione l’attitudine chitarristica è sempre stata legata alla scuola hardcore-death, come per Napalm death e altri. In un certo senso, più vicina alla scuola europea che a quella della Florida. Che ne pensi?
Onestamente, apprezzo molto la vecchia scuola Floridiana. Ti dirò: ho sempre sperato nel rientro di Dave Vincent nei Morbid angel (vallo a raccontare a sua moglie Gen! n.d. Dark Mayhem), ma detesto incentrarmi sulle vecchie cose, su ciò che gli Slayer hanno suonato per anni ed anni, ma non sono neanche molto impressionato dall’operato di molti chitarristi europei. Mi piace l’approccio americano, in quanto uso un mix fra Mesa Boogie e Marshall per ottenere la giusta distorsione. Ne ho uno basato su transistor e uno valvolare, il transistor si occupa dei picchi alti, ed il Marshall si tiene cura dei bassi…
Al tempo di “Spit it or swallow” due video sono entrati in circolazione su MTV, in rotazione nei programmi del settore, ed il death metal era all’apice, al tempo. Che è cambiato oggi? Che quella scena possa essere stata uccisa dall’arrivo del grunge, come è accaduto al metal in generale, o i problemi sono relativi alle band in sè?
Hai ragione, Cobain ha ucciso un sacco di grande metal. Ha ucciso anche l’uso degli assoli: intendo dire che la maggior parte dei gruppi nu-metal non li usano e che non sanno neppure suonare la chitarra. Il death metal è stato grande nel 1995 ed ora è nuovamente nell’underground, ma le band d’ottima fattura nascono tutt’oggi.
Nel video di “Facelift” viene fuori la vostra grande passione per i tatuaggi: spiegami com’è nata…
Ora la considero una sorta di lavoro secondario, ho progetti non terminati e credo di iniziare presto qualcosa di nuovo a riguardo…
Per terminare l’intervista, qualche parola per i lettori di MetalManiacs?
Vi ringrazio per aver letto questa nostra intervista e ringrazio tutti coloro che hanno partecipato ai nostri vecchi show, suscitando in me ottimi ricordi per quelli tenuti in Italia. Penso torneremo presto, perchè abbiamo avuto sempre i migliori concerti, da voi. La vostra gente sa come rendere devastante uno show metal… Grazie a te, Marco, “I’m in time for your deadline”.