Kingcrow – Insider

Ci eravamo lasciati con un’intervista riguardante proprio Insider, ci eravamo lasciati con una promessa, quella del vocalist Mauro Gelsomini, che poteva all’ epoca sembrare azzardata: quella di presentare un cd di prog metal di gran livello, unito ad un concept trascinante. Devo dire che da questo punto di vista i capitolini Kingcrow sono stati di parola, perchè il qui presente Insider è veramente un album di eccellente fattura; soprattutto ho gradito il lato musicale del disco, che può vantare una produzione che ha rimosso completamente i difetti che erano emersi su Matzmariels. Per quanto concerne il concept in sé, scorrevole il plot della storia affidato ai due protagonisti Jason e Alan, un plot che viene descritto sul booklet in stile Savatage (si veda ad esempio Dead Winter Dead o il recente Poets and Madmen) e che non vi svelo in questa sede. Il lato musicale invece attinge soprattutto dal prog anni settanta, anche se è difficile trovare le cosiddette e fantomatiche influenze principali. Senz’ ombra di dubbio i Rush costituiscono un cardine importante per la band romana, ma le differenze sono numerose, a cominciare dalla voce di Gelsomini, completamente diversa dalle tonalità feline di Geddy Lee e assestata su canoni meno acuti e più ‘lirici’. Anche i Queensryche sono presenti ma comunque distanti, insomma i Kingcrow hanno conservato i punti buoni che avevo sottolineato con la recensione di Matzmariels unendoli ad una qualità sonora notevolmente superiore e ad un concept all’ altezza del progetto. Personalmente ritengo che il disco in questione sia tra gli episodi migliori in ambito prog che io abbia sentito ultimamente; dato che punti di cedimento clamorosi non ne ha, e si assesta su livelli alti, tanto da poter tranquillamente soppiantare molti grandi nomi con contratti principeschi sul podio; buono l’apporto delle chitarre che hanno un sound decisamente moderno, che personalmente ho apprezzato notevolmente. La voce, che nel precedente lavoro in studio risultava piuttosto staccata dagli strumenti, in Insider è perfettamente integrata con essi; ottimo anche l’ apporto del basso e della batteria, forse l’unico difetto risiede negli intermezzi non musicali, che sembrano un po’ freddi e distaccati rispetto al concept narrato con le note. Passando al disco nudo e crudo, eccellente l’opener in gran parte strumentale Friendship (il cui titolo narra fondamentalmente la morale raccontata nel concept), alla quale si associa una serie ininterrotta di canzoni straordinarie: The Project, Temptation e Never Say Die. Più pesante rispetto alle precedenti l’arrabbiata Eyes of a Betrayer, che vede un eccellente apporto da parte delle chitarre e una prestazione a dir poco maiuscola del frontman Gelsomini. Dopo una song collerica ecco che il ritmo rallenta, ma riesce comunque a regalarci grandissime emozioni, grazie al pulsare del basso su Lies, che in versione rivista suona decisamente meglio che sulla precedente fatica della band capitolina. Il resto del cd prosegue sugli stessi livelli con i quali aveva esordito, ragion per cui ritengo non necessario elencare una per uno le tracce presenti. Personalmente non mi aspettavo un disco di questo calibro, e sono rimasto piacevolmente sorpreso, perchè Insider può colpirvi direttamente dal primo ascolto, pur restando un album eccellente se ascoltato numerose volte. Insomma i Kingcrow hanno proposto un cd di valore oserei dire mondiale, hanno osato dove dovevano osare, hanno tradotto un peccato che in primis poteva sembrarmi di presunzione in un vero e proprio miracolo. Fate vostro questo cd, progster incalliti, progster che non considerano i Dream Theater l’unica band esistente nell’ambito ma hanno i paraocchi leggermente meno stretti, serve altro?