Kestmorg – Intervista a Saycorax (drums)

Ed ecco che, in una botta di underground-supporting attitude, vi proponiamo una piccola intervista con Saycorax, drummer della promettente demo-band Kestmorg, recensita di recente su queste pagine. Ecco a voi…

Intervista a cura di: P_Deville

Ciao Saycorax! Vorrei subito parlare dei Kestmorg in quanto band. Che cosa vi ha portato a decidere di iniziare un progetto di “avantgarde symphonic black metal”, come c’è scritto sulla vostra bio? E’ una band nata tra amici che condividono la passione per quel tipo di musica, oppure siete partiti con l’intenzione di sperimentare?
Dunque, il gruppo è nato per mia volontà nel ’99; verso metà anni novanta avevo iniziato ad interessarmi seriamente al metal ed in particolare al black metal. Sciolta la mia precedente band di cover rock-hard rock (oltretutto quel genere iniziava a starmi veramente “stretto”) ho chiesto a Sheidraam, che già conoscevo da molti anni, se voleva formare con me un gruppo di black metal melodico. Rispondendo alla tua domanda direi che il gruppo è nato dalla forte amicizia di due amici che condividono la stessa passione per questo genere ma con l’intenzione di sperimentare e di non seguire i trend del momento o gli schemi già consolidati ma piuttosto di seguire la propria ispirazione. Non che volessimo per forza essere innovativi a tutti i costi, semplicemente volevamo suonare quello che ci piaceva a modo nostro senza alcuna chiusura mentale!
Quali sono le influenze principali della vostra musica? C’è un qualche “chiodo fisso” che guida le vostre composizioni?
Veniamo influenzati oltre che dai vari tipi di black metal, anche dal death, gothic, thrash, industrial. Ogni genere ti dà elementi con cui allargare la propria visione musicale e ti aiuta anche ad esprimere ciò che senti dentro in modo più particolare. Non ritengo ci sia un “chiodo fisso”, siamo totalmente aperti a tutto ciò che ci può piacere. Potenzialmente moltissime cose, anche insospettabili, possono essere per noi una fonte di ispirazione. Oggi componiamo canzoni di un certo tipo ma in futuro potremmo anche stravolgere tutto. Suoniamo unicamente per passione, non dobbiamo rendere conto a nessuno se non a noi stessi e a quello che ci piace fare.
Tra tutte le numerose demo-band che emergono dall’underground italiano voi partite con una marcia in più… ovviamente sto parlando della presenza tra le vostre fila del cantante degli Ephel Duath, un act tutto sommato conosciuto (per essere un metal band, ovviamente). Come nasce questa collaborazione?
Ci ha contattati lui. Ha sentito sul sito delle nostre vecchie canzoni e gli sono piaciute, nonostante fossero meno curate e molto diverse rispetto alle nuove del mini CD che avevamo appena iniziato a registrare. Ha letto che cercavamo un cantante e così si è proposto. All’inizio eravamo un po’ scettici perché la voce che avevamo sentito negli Ephel Duath mal si adattava alla nostra proposta musicale. Ci preoccupavamo inutilmente: ben presto abbiamo scoperto che è un cantante molto versatile e questa è una caratteristica, unita anche alla sua ottima pronuncia inglese, che apprezziamo moltissimo.
Esiste un concept dietro i testi che scrivete? Quanto contano per voi?
Quasi tutti i testi scritti fin’ora (sia del MCD che delle nuove canzoni in lavorazione) descrivono delle visioni spesso irreali, magari bizzarre. Sono visioni alienanti, a volte bucoliche a volte con riferimenti “tecnologici”. Abbiamo iniziato a scrivere i testi senza alcun concept ma poi col tempo ci siamo accorti che, senza volerlo, spesso avevano degli elementi in comune: l’uomo con la sua fragilità, le sue debolezze, i suoi errori, il suo bisogno di credere in qualcun altro o qualcos’altro di più grande e misterioso e parallelamente altre “creature” che in qualche modo lo sottomettono, lo condizionano, ne decidono il destino. Magari questa è solo una mia interpretazione personale, io comunque, in un modo o nell’altro, vedo l’uomo al centro delle nostre liriche. Non scriviamo testi molto espliciti, neppure quando sono puramente descrittivi. Anche se a noi sono ben chiari mi rendo conto che possono dare adito ad interpretazioni diverse: condizione questa senz’alto più stimolante rispetto a testi troppo semplici e di significato univoco. Per noi i testi contano molto, anche perché ci serviamo di essi per far trasparire un nostro giudizio sul mondo che ci circonda o più semplicemente riflettono quello che pensiamo delle persone e del modo in cui vivono in questo mondo. Personalmente farei fatica a suonare con passione canzoni con un testo banale e non curato.
Il Black Metal di per se stesso è un genere molto chiuso e poco incline alle sperimentazioni… credi che termini come “avantgarde” siano conciliabili con “Black Metal”?
Secondo me si. Ogni genere di musica può essere “avantgarde”. Dipende poi a quale black metal ti riferisci, perché non trovo che ve ne sia un unico tipo e non sono d’accordo nel ritenerlo un genere statico. Per me B.M. sono ovviamente i Darktrone, i Mayhem, Burzum, i Gorgoroth, Dark Funeral , Marduk, Emperor, Immortal, ma anche Dimmu Borgir, Old Man’s Child, i nuovi Satyricon, Arcturus, Borknagar, Covenant… giusto per citare alcuni dei più conosciuti. E allora cos’hanno in comune questi gruppi, visto che sono musicalmente e liricamente anche molto diversi tra loro, e magari non condividono neppure le stesse identiche ideologie come vorrebbe la tradizione. Al contrario ritengo che tra molti generi metal, il black sia uno dei più vasti e vari; è questo uno degli aspetti che più mi affascina. Ognuno poi ha le sue idee al riguardo ma personalmente non apprezzo le persone “musicalmente chiuse”. Non trovo molto senso nel star li a decidere cos’è “true” e cosa o no. Per me “true” è tutto ciò che è fatto con passione e convinzione. Riguardo poi alla nostra definizione “avantgarde black metal” ti direi che ci definivamo così all’inizio, più che altro per qualificarci a chi non ci conosceva. Intendevamo con questo dire che nonostante l’ispirazione maggiore ci derivi dal black metal melodico, vi sono altri elementi che spingono le canzoni lontano da questo genere. Ma poi abbiamo capito che le definizioni sono riduttive, non servono a noi come musicisti, non ci interessano, non vogliamo auto-limitarci, perché questo sono: delle limitazioni. Quindi ormai non usiamo più quella definizione, anzi non ne vogliamo più usare nessuna, se vogliono che siano gli altri a darcele secondo quello che gli ispiriamo. Addirittura personalmente non mi frega più se quello che suoniamo può rientrare o no nell’ambito black metal! Totale libertà di espressione!
Avete in programma un tour, o qualche data in giro per lo stivale?
Non pensiamo molto all’aspetto live perché attualmente è più importante dare alla luce il miglior debut album che riusciremo a fare: tutti gli sforzi sono tesi a questo. E’ più facile poi affrontare i live se si può contare su delle buone canzoni ed in ogni caso suoneremo dal vivo solo quando ci sentiremo pronti e sicuri. Come hai capito dal MCD, ci teniamo a fare tutte le cose nel migliore dei modi, per quanto ci è possibile. Questo è l’unico approccio che ci dà soddisfazione nella musica.