Il vero Death Metal è un genere di musica in cui solo gli statunitensi possono eccellere: ne siamo proprio sicuri? Alla luce di talune fenomenali uscite estreme degli ultimi tempi io non sarei così convinto di tale monopolio: ormai i gruppi Death europei (anche a livello underground) che dimostrano di non aver niente da invidiare ai loro colleghi d’oltre Oceano sono una schiera ben nutrita e i Kabbal, band francese all’esordio discografico, sembrano proprio voler occupare le prime file di questo agguerrito, incazzatissimo esercito. Lo stile di questi ottimi new-comers transalpini deve molto a maestri del genere quali Morbid Angel, Monstrosity o Malevolent Creation, ma il loro già maturo songwriting, seppur non conforme alle inflessioni melodiche svedesi, riesce lo stesso a suonare molto europeo in virtù di pesanti ritmiche sincopate, di alcune malsane melodie quasi Black e di assoli curati e armonicamente gradevoli che non tradiscono la provenienza geografica del four-pieces. La tecnica strumentale, come vuole la tradizione, è davvero strabiliante sotto ogni punto di vista e permette al quartetto d’oltralpe di suonare parti veloci e potentissime senza peraltro fare a meno di inserire partiture difficili ed intricate, elementi questi indispensabili per far suonare il tutto in maniera interessante. La produzione, dal canto suo, fa della dinamicità il proprio punto di forza e dà la giusta spinta ad una fresca attitudine compositiva che, pur non infrangendo i rigidi dogmi della musica brutale, punta ad una spiccata varietà ritmico-strutturale che rende “Synthetically Revived” assai mutevole pur senza sminuirne l’impatto complessivo, in ogni caso mantenuto sempre sui massimi livelli. Certo è che l’innovazione non fa parte delle priorità dei Kabbal e che il loro (comunque discreto) songwriting risente in certi frangenti di una certa derivatività, ma una buona capacità nell’alternare efficacemente pezzi velocissimi a ritmiche terzinate, stacchi mozzafiato a soffocanti rallentamenti si fa ben notare e rende il prodotto in questione adatto sia ai Metal kids poco avvezzi a certi tipi di sonorità, sia ai veterani del genere che, con canzoni come la velocissima “Trihedron”, la malvagia “La Citèe De Marbre” o la cadenzata “Life Surge”, troveranno di che placare la propria inestinguibile sete di sangue.