Jerry Gaskill – Come somewhere

Ora mi darete del maniaco sessuale, ma la prima cosa che ho notato di questo disco, è stata la copertina, in particolare la ragazza spaurita rannicchiata in un angolo della stanza, stanza completamente vuota con l’eccezione di una pianta piuttosto appassita. Per un certo punto di vista la copertina riflette l’essenza di questo disco decadente (non decaduto sia chiaro), ipnotico, particolare, che costituisce una buona prova da parte di mr. King’s X Jerry Gaskill, giunto ad una maturità di idee decisamente notevole. Non sono tutte rose e fiori però, perchè alla fine Come Somewhere corre il rischio di stancare, soprattutto perchè si regge fondamentalmente sempre sulla stessa struttura. Imperante la presenza della chitarra acustica, che apre ogni pezzo del cd e regna sovrana incontrastata, con il rischio di annoiare leggermente l’ascoltatore a metà album, rischio aumentato notevolmente dal fatto che l’hard & heavy in questo disco compare ben poco. Un riff molto pesante fa da fortissimo contrasto all’acustica sulla prima fatica The Kids, vero, ma poi un’idea tutto sommato buona non viene più replicata. Anzi le principali influenze di questo lavoro pescano dal passato, non vorrei sembrare azzardato ad affermare che in certi refrain riecheggiano i Beatles ultimo periodo, si prenda ad esempio il ritornello di All the way home, posta in fila n°7, e, appunto caratterizzata da un incedere beatlesiano; non mancano comunque anche i tratti moderni, che si rifacciano in certe occasioni ai Radiohead primo periodo: prendiamo ad esempio Faulty Star, nella quale il cantato e la melodia potrebbero benissimo essere ritrovate in OK Computer della band citata. Viste le premesse dovreste capire che Come Somewhere si discosta dal terreno percorso dai King’s X e ne intraprende uno piuttosto inconsueto ed accidentato. Il problema è che, come detto, il sentiero intrapreso passa attraverso un paese di campagna: è pertanto ripetitivo con i campi che si susseguono l’uno dopo l’altro, e ad un ascoltatore poco propenso a cambiare strada l’opera di Gaskill potrebbe dare notevole fastidio. Il disco va quindi capito, ascoltato per bene, perchè non è assolutamente malvagio, anzi alcune canzoni sono veramente eccelse, dalla già citata Faulty Star, alla trascinante She’s Cool, alla particolare Johnny’s Song; se però non gradite eccessivamente la chitarra acustica è meglio aspettare prima d’acquistare a scatola chiusa un cd che potrebbe deludervi o annoiarvi.