Dopo l’ottimo “Anthem“ uscito tre anni fa, il chitarrista James Byrd in versione Atlantis Rising rispolvera dallo scaffale “Crimes of Virtuosity“, un album che ha rappresentato uno spaccato importante della sua carriera, uscito però solo in Giappone nel 1997 e praticamente introvabile nel resto del mondo. Ora, grazie al magistero di un’ etichetta lungimirante come la finlandese Lion Music, possiamo finalmente apprezzare questo lavoro, che avvicina James Byrd a maniaci dello strumento, primi tra tutti Yngwie Malmsteen, Uli Jon Roth e Ritchie Blackmore, ai quali il chitarrista americano si ispira senza farne mistero. Granitico hard rock ottantiano, alternato a tiratissimi brani di heavy metal neoclassico, innescano la miscela esplosiva di “Crimes of Virtuosity“, rappresentato degnamente da tracce d’ impatto quali “Metatron”, “Heaven On Their Minds” cover dello splendido brano tratto da Jesus Christ Superstar e da rock ballad intense e ricche di melodia, come “In My Darkest Hour”, tipico brano di matrice rainbowiana, e “The Hunted Heteric”, dalle sonorità intrise oggi in una band come gli Audioslave. Un James Byrd in grande spolvero, regala ampi saggi del proprio talento in “Jane”, un brano strumentale dove alterna acustica ed elettrica con grande disinvoltura ed abilità, passando da arpeggi controllati, a fughe traversali a suon di bending e scale pentatoniche.