Cronaca di una giornata targata Iced Earth: prendete tanti webzinari, chiudeteli nei sotterranei di un grande albergo milanese, fateli sedere ad un grosso tavolo con carta, penna e bottiglie d’ acqua. Poi accendete lo stereo e mettete su a ripetizione il nuovo disco degli Iced Earth, The Glorious Burden. Fateli annoiare, fate in modo che detestino quel disco, fate in modo che ne parlino male tra di loro e non ne possano più… poi fate entrare un energumeno alto, coi capelli lunghi, dal nome Jon Schaffer (una sorta di camionista che potrebbe uccidervi con una mano) e la nuova parola d’ ordine sarà una sola: consenso! A parte gli scherzi, durante la luuuunghissima listening session ho trovato il nuovo disco degli Iced Earth veramente noioso, decisamente inutile se si hanno già i dischi precedenti… sapeva di già sentito, di cose già fatte e provate, con solo una virgola ogni tanto a costituire la “novità” e il pretesto per poter dire di aver fatto qualcosa di nuovo (ma si parla appunto di virgole, di cose minimali che non mi impressionano minimamente). In ogni caso, ecco il testo della conferenza (si ringraziano i colleghi webzinari e giornalisti presenti alla conferenza).
A cura di: DavS
Voi due rappresentate più o meno la “nuova anima” della band. Volevo sapere: per te, Jon, che differenze ci sono nel lavorare con Ripper, e per te, Tim, che differenze ci sono nel lavorare con gli Iced Earth rispetto al lavoro che facevi coi Judas Priest? Qual è stato il tuo contributo al lavoro?
Jon: Sai, alla fine è un disco degli IE, quindi ovviamente non ci sono grosse differenze nel lavoro di scrittura. Penso che la vera differenza stia nel soggetto del lavoro, l’ intero disco è basato sul tema della storia, la storia americana ed europea, un argomento che mi ha sempre appassionato (fondamentalmentalmente si tratta della solita scusa del concept album per propinarci la solita musica… però coi testi diversi. Meglio il Sapientino Scuola allora n.d. DavS). Fondamentalmente, lo scopo di questo disco era superare “Horror Show”, che mi piace ma che reputo non sia il nostro disco migliore. Abbiamo registrato tutto il disco con Matt Barlow, stavamo già mixando quando mi sono accorto che Matt non era più dei nostri e non potevo far uscire il disco in quel modo, me ne sarei pentito per sempre. Quindi ho chiamato Tim, con cui avevo già un progetto parallelo in programma, ho fermato tutto e gli ho detto “senza impegni, Tim, ti andrebbe di cantare su questo disco?” e lui ha detto sì, in tre giorni ha fatto tutto e nel frattempo i Judas si sono riuniti, così… Tim ha fatto un ottimo lavoro in pochissimi giorni.
Tim: Grandioso. Abbiamo lavorato bene insieme, è stato piuttosto facile, ci abbiamo messo molto impegno! Potevano accadere due cose diverse: nel primo caso avrei fatto la figura dello stupido, oppure sarebbe andato tutto bene. Mi sono veramente divertito a registrare questo disco, è pieno di passione e melodie…
Parlando di storia, vorrei sapere cosa ne pensate dei fatti più recenti e delle guerre di religione…
Jon: Un’ epoca pericolosa, non c’è dubbio. Come se fosse la Terza Guerra Mondiale, ma completamente diversa dalle altre due. Quello di cui sono sicuro è che la libertà prevarrà. Ma questo non è un disco politico, è un disco storico, tenetelo a mente! Spero comunque che grazie a questo disco i ragazzi americani impareranno cose che non sanno, e spero che anche i ragazzi europei possano imparare qualcosa sulla nostra società; penso che ogni cultura sulla terra debba sapere da dove viene e quali sono le sue radici. Le guerre di religione? Le hanno fatte per secoli, cosa ci puoi fare? Finché saranno gli esseri umani al potere…
Ripper, dopo lo split coi Judas hai detto che stavi lavorando al tuo progetto solista. Ho due domande: ci sono delle novità riguardo a questo progetto? Pensi che sarà un problema far convivere il progetto solista e la tua carriera negli IE?
Tim: Ci sto lavorando, in effetti, ho già tirato giù quattro o cinque pezzi, ma per ora è più importante il lavoro con gli IE. Poi, quando Jon andrà in tour coi Demons & Wizards, io mi ritufferò di nuovo nel progetto. Per ora comunque, il progetto principale sono gli IE, un’ ottima band e un ottimo album pronto per uscire! La cosa che preferisco fare è fare musica, fare heavy metal, e lo sto facendo.
Parlando del processo di composizione e registrazione, ci è voluto molto a scrivere le canzoni o sono semplicemente “saltate fuori” da sole?
Jon: Ci è voluto un po’ in effetti, ma ho scritto un sacco di canzoni quest’ anno, ho scritto una decina di canzoni per i Demons & Wizards e le ho mandate ad Hansi, e così via. Ci è voluto un po’ di tempo anche per registrare il disco, ma volevo che questo disco fosse perfetto sotto ogni aspetto, volevo che distruggesse “Horror Show”. Penso che “Gettysburg” (la suite finale luuuuunghissimaaaaaaaa n.d. DavS) sia stata la più grande sfida che abbia mai affrontato in fase di composizione, sentivo di avere una grande responsabilità, è un posto quasi sacro per noi, quindi se volevo fare qualcosa a proposito di quell’ episodio, dovevo farlo bene. I testi sono piuttosto diversi anche se restano molto passionali e personali.
Tim, di solito tu hai cantato su pezzi veloci. Come ti avvicini a una ballata quale può essere “Hollow Man”?
Tim: Beh, in un certo senso ci ero abituato, dopo aver passato quattro anni in tour a fare “Diamonds and rust”. E devo dire che mi piace, più che altro perchè viene fuori il lato delle emozioni, e non solo quello puramente tecnico. Quando mi è arrivato il cd con le parti cantate da Matt non vedevo l’ora di cantare proprio le ballads, e proprio per le emozioni che riescono ad esprimere. Come ha detto jon un sacco di volte, fare delle canzoni più lente o delle ballate non vuol dire fare della canzoncine o delle cose mosce, possono tranquillamente essere pesanti come tutte le altre. “Hollow Man” è una delle mie canzoni preferite, ovviamente mi piacciono anche quelle più veloci tipo “The Reckoning”, ma “Hollow Man” è veramente ottima. Mi piace fare canzoni nelle quali la voce si sente molto, e può esprimere al meglio tutte le emozioni che può dare. Penso da questo punto di vista l’esempio più lampante sia “Gettysburg”, perchè vi puoi trovare di tutto, le parti veloci e pesanti e le parti più lente ed emozionali.
Durante tutta la vostra carriera avete sviluppato quello che può essere definito il trademark degli IE, soprattutto per quanto rigurda i riff; per quanto riguarda quest’ album, però, mi pare che abbiate scelto un approccio lievemente più melodico e di sicuro più complesso. E’ forse il risultato di influenze esterne, di altre band, o piuttosto di un’ evoluzione naturale?
Jon: Decisamente di un’ evoluzione, perchè non mi piace guardare alle altre band ed essere influenzato da loro. L’evoluzione per un compositore deriva direttamente dalla sua vita, non dalle altre band. Penso che se alcuni musicisti lo capissero diventerebbero più originali e non suonerebbero esattamente come altre band. Le influenze arrivano dalla via e poi tu le trasferisci nella musica, non ti deve importare di cosa fanno le altre cazzo di band, è il modo sbagliato di avvicinarsi alla composizione. In questo senso intendo l’ evoluzione. Questo disco, specialmente in “Gettysburg” (e dagli con sta “Gettysburg” n.d. DavS), fa uscire tutta la nostra evoluzione; è una canzone con una grande orchestra e altri effetti sonori, quasi come una soundtrack (e dagli… n.d. DavS).
Ho ascoltato il vostro nuovo disco prima e sinceramente non ci trovo nulla di nuovo. Anzi, mi sembra inferiore ad “Horror Show” che comunque aveva ottime melodie e ritornelli molto orecchiabili e memorizzabili (come ad esempio in Dracula, Wolf, Damien e altre canzoni, era proprio un bel cd, secondo me). In questo ultimo lavoro invece non mi sembra che ci sia nulla del genere, nulla di così orecchiabile. Perchè secondo voi uno che ha già tutti i cd degli IE dovrebbe procurarsi anche questo ultimo disco?
Jon (sguardo incazzato… pensavo mi volesse menare n.d. DavS): Ma perchè è l’ ultimo lavoro, è il migliore, ci sono le orchestrazioni, tanti strumenti, tante tracce mixate assieme. Sicuramente non avrai ascoltato bene il cd perchè quello che dici non è vero. Prova ad ascoltare meglio il cd e vedrai che ho ragione!!!
Secondo me sono poche cose, per il resto mi sembra il solito album degli Iced Earth. Uno che ha già tutto perchè dovrebbe comprarlo?
Jon: E’ il nostro migliore album, fidati! Prova a riascoltarlo! (dopo un po’ di botta e risposta su questa falsariga, e dopo aver ribadito il mio pensiero, non mi è sembrato il caso di continuare n.d. DavS)
Siete pronti a far uscire un altro disco dei Demons & Wizards?
Jon: Beh, teoricamente sì, solo che Hansi è stato molto occupato in questo ultimo periodo, e adesso che lui è libero io sono di nuovo impegnato con gli IE, quindi essendo realisti penso che per la metà dell’ anno prossimo (a causa anche dei tour che faremo) il disco potrà essere pronto per la release. Hansi ha cominciato a lavorare alle sue parti solo pochi giorni or sono.
Quale canzone è secondo voi la migliore e più innovativa del disco?
Jon: “Gettysburg”. Sai, è stata suonata con un’ orchestra, è piena di cambi di atmosfera, è quasi una canzone da soundtrack, come ho detto (e dagli… ha l’ ossessione per questa canzone, eh n.d. DavS). Ma in generale tutto l’ album è diverso da quello che abbiamo fatto finora, è molto più basato sull’atmosfera, ed è anche un ottimo modo per mostrare l’ abilità di Tim nel cantare. Ovviamente non abbiamo messo parti death metal, e non sentirete mai Tim cantare come il cantante dei Venom!
Tim: Quack! Quack! Quack!
Quindi in conclusione sentitevi questa Gettysburg e scrivete a Jon Schaffer che vi piace, e lui sarà bello contento e soddisfatto per i prossimi 20 anni, finchè non tirerà fuori un concept storico / psicologico sulla leggenda del Minotauro e comporrà un’ altra suite da 30 minuti. A me quel disco non piace proprio, mentre avevo adorato “Horror Show” e i dischi precedenti degli IE. Ma non ditelo a Jon!!! Ciao!